“Bisogna chiedersi se sia culturalmente corretto pretendere di imbrigliare nella legga materie che sono così complesse quali sono quelle in materia di bioetica. Mi chiedo se, forse, un moderno ordinamento democratico, accanto alle leggi, non possa valorizzare, invece, il senso di responsabilità, la deontologia, la competenza dei professionisti. Pensate alle scelte difficili e dolorose che, tutti i giorni, chi esercita una professione sanitaria, deve operare”. A sottoporre alla platea questa riflessione è stata la presidente della Corte Suprema di Cassazione, Margherita Cassano, intervenendo oggi alla cerimonia di inaugurazione del nuovo Anno Accademico 2023-2024 dell’Università di Roma Tor Vergata.
La riflessione della presidente Cassano cade proprio nei giorni in cui si è acceso il dibattito sulla bimba Indi Gregory, affetta da malattia mitocondriale incurabile. “Ma possiamo pretendere che sia la legge a definire ogni più minuzioso aspetto dell’operare di quel sanitario?” si è chiesta la presidente della Corte Suprema di Cassazione.
“O non dobbiamo affidarci alle competenze – sempre più elevate – di questi operatori e prevedere un nuovo modo di legiferare attraverso le cosiddette ‘soft law’, delle leggi che indicano solo qual è il limite invalicabile oltre il quale non si può andare” ha osservato ancora la presidente Cassano.