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Giovanni Malagò (presidente Coni): «Sport italiano: un momento magico, ora si va alle Olimpiadi»

«È giusto che gli italiani siano felici, sono giornate di festa, ma detto questo torniamo coi piedi per terra». A Giovanni Malagò non piace lanciarsi in proclami ma di sicuro non poteva sperare in spinta migliore per la spedizione olimpica di Tokyo: la finale raggiunta a Wimbledon da Berrettini e soprattutto la vittoria di Euro2020 da parte della Nazionale di calcio sono il viatico perfetto verso i Giochi.

«Calcio e tennis sono due sport molto popolari, hanno avuto grandi risultati, ma abbiamo avuto risultati sportivi bellissimi anche con tanti atleti di altre discipline», sottolinea a RaiNews il presidente del Coni ricordando, per esempio, quanto ottenuto nei giorni scorsi nell’atletica, nel canottaggio, nel basket.

«Lo sport italiano sta vivendo un momento magico, godiamocelo, ma dovremo poi verificarlo alle Olimpiadi, dove sarà tutto molto complicato», avverte Malagò. A Tokyo l’Italia si presenterà però con la spedizione più numerosa di sempre, con oltre 370 atleti. «Siamo molto orgogliosi, dietro c’è tanta competenza, tanti sacrifici. Ci saranno gli atleti più forti del mondo perché le complessità di qualificazione sono molto elevate».

A causa dei timori legati alle varianti del virus, non ci sarà invece il pubblico «e c’è dispiacere in questo senso» continua Malagò. «I giapponesi sono persone rigide, particolarmente attente ma meno male che ci sono loro a gestire tutto questo: altri avrebbero magari trovato degli alibi e delle motivazioni per non rispettare gli impegni».

Non si può non tornare però alla domenica in terra inglese, dove l’Italia non ha vinto solo in campo ma anche fuori. «Una delle pagine belle è lo stile che ha caratterizzato tutta la spedizione, l’ho molto apprezzato, e la stessa cosa mi raccomando per Tokyo. Dobbiamo fare bella figura sotto ogni punto di vista. Berrettini non ha sbagliato un gesto, un comportamento, un atteggiamento: una bella figura per il nostro Paese. Al contrario gli inglesi, con tutto quello che è successo in campo – la questione della medaglia – in tribuna e a livello di autorità e pubblico, ne escono molto male. Sono errori che si fanno quando si pensa che il risultato è scontato, probabilmente pensavano che le cose andassero in un altro modo».

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