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[Lo studio] Lo spirito di Sassoli che manca all’Italia. Ecco le 30 parole più usate nei suoi discorsi

In questi giorni difficili per il Paese, davanti ad un evidente stallo per la scelta del nuovo Capo dello Stato e nel pieno della quarta ondata dell’emergenza pandemica, è bene rileggere i discorsi di David Sassoli.

Con il senno del poi che ha animato la sua scomparsa, i suoi discorsi possono essere considerati un testamento sociale e culturale.

Che può valere come insegnamento.

75 discorsi ufficiali, oltre 85.000 parole, 923 giorni come Presidente del Parlamento Europeo. Ecco i numeri che riassumono e sottolineano l’impegno europeo di David Sassoli, interrotto troppo presto, alle soglie di un suo possibile secondo mandato alla guida dell’organo più rappresentativo dell’Unione Europea.

Analizzando tutti i suoi discorsi, abbiamo individuato 30 parole che ricorrono con una frequenza maggiore. Grazie alla loro composizione semantica, abbiamo ottenuto un quadro dei principi fondanti della sua azione europea, degli ideali che hanno sostenuto il suo mandato e delle indicazioni che ha lasciato per il futuro dell’Europa. Un’Europa che Sassoli ha sempre difeso con passione, che ha stimolato nel momento del bisogno, di cui ha guidato il Parlamento nei mesi tragici della pandemia. E a cui ha indicato una strada per una riforma della democrazia che metta sempre più al centro i cittadini e il loro ruolo insostituibile.

EUROPA, PARLAMENTO, CITTADINI

“Tutti voi capirete la mia emozione in questo momento nell’assumere la Presidenza del Parlamento europeo e di essere stato scelto da voi per rappresentare l’Istituzione che più di ogni altra ha un legame diretto con i cittadini, che ha il dovere di rappresentarli e difenderli. E di ricordare sempre che la nostra libertà è figlia della giustizia che sapremo conquistare e della solidarietà che sapremo sviluppare“. Era il 3 luglio del 2019 quando David Sassoli veniva eletto Presidente del Parlamento europeo e molti dei temi che avrebbe sviluppato nell’arco del suo mandato erano già contenuti nelle prime parole istituzionali.

Come anche il progetto sotteso al suo mandato, “un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza. Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento. La difesa e la promozione dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà deve essere perseguita ogni giorno dentro e fuori l’Ue“.

Concetti ripresi e ribaditi nel discorso al Consiglio Europeo del 17 ottobre 2019: “I cittadini europei hanno dato segnali chiari per un’Europa nuova, più vicina alle loro esigenze, più verde, più severa nella difesa dello Stato di diritto, più attenta ai diritti sociali, più efficiente e trasparente nel suo processo decisionale. Serve un’Europa più partecipata“.

Gli anni di mandato e di impegno politico non hanno mani attenuato la sua visione dell’Europa e del ruolo del Parlamento europeo, come ribadito nel discorso del 16 luglio 2021 a Trento, in occasione della cerimonia di conferimento della laurea honoris causa alla memoria di Antonio Megalizzi: “Antonio – al pari di tanti suoi coetanei – ha rappresentato il simbolo dell’Europa che vogliamo: un’Europa vicina ai cittadini, solidale, autorevole che cresce grazie al dialogo e al confronto, due aspetti che stanno alla base della buona politica e costituiscono la colonna portante di ogni sistema democratico. Di fronte all’intolleranza, all’odio e alle minacce terroristiche, alle ingerenze straniere, alle sfide nuove che ci presenta il mondo globale, Antonio ci avrebbe ricordato che l’Europa è il nostro destino, o come amava ripetere, “la vera chiave del nostro futuro”.

Fino al suo ultimo discorso, tenuto il 16 dicembre 2021 davanti al Consiglio Europeo, in cui ha ripetuto a gran voce che l’Europa deve essere leale con i suoi cittadini: “Abbiamo progetti ambiziosi per la nostra Europa, sono sul tappeto fin dall’inizio della legislatura, e li stiamo perseguendo caparbiamente, cambiando le cose, trovando un consenso tra di noi, insomma, avanzando e superando le nostre differenze. Certo, il Green Deal, la transizione digitale, un’Europa più forte e democratica, una maggiore giustizia sociale, sono progetti forti e indispensabili che l’Europa sta portando avanti, e dobbiamo riuscirci per lealtà verso i nostri concittadini. Ma l’Europa ha anche e soprattutto bisogno di un nuovo progetto di speranza, un progetto che ci accomuni, un progetto che possa incarnare la nostra Unione, i nostri valori e la nostra civiltà, un progetto che sia ovvio per tutti gli europei e che ci permetta di unirci. Penso che questo progetto possa essere costruito intorno a tre assi forti, a un triplice desiderio di Europa che sia unanimemente condiviso da tutti gli europei: quello di un’Europa che innova, di un’Europa che protegge e di un’Europa che sia faro“.

DIRITTO E DEMOCRAZIA

I due pilastri fondamentali che tornano in quasi tutti i discorsi di David Sassoli sono il Diritto e la Democrazia.

Oltre al Green Deal europeo e all’Agenda digitale” ha ricordato il presidente del Parlamento nel discorso al Consiglio Europeo del 24 giugno 2021, “esiste un terzo pilastro per la ripresa e la trasformazione dell’Unione, cioè il pilastro europeo dei diritti sociali. Il progetto europeo che vogliamo costruire deve tenere conto delle esigenze dei lavoratori, deve concentrarsi sulla lotta alla povertà e la riduzione delle disuguaglianze, deve occuparsi della dignità delle persone, in una retribuzione equa per le lavoratrici e i lavoratori“.

E in senso più ampio, il tema dello Stato di Diritto è per Sassoli un valore non negoziabile: “Sebbene la nostra unità sia giustamente rafforzata dalla nostra diversità, – ha dichiarato il 21 ottobre 2021 al Consiglio Europeo – vi è una parte non negoziabile del nostro contratto europeo: i nostri valori di democrazia, libertà, Stato di diritto. Questi valori fanno parte del progetto europeo, tutti noi abbiamo scelto di onorarli aderendo all’Unione europea. Il Parlamento europeo sarà molto fermo su questo punto e pronto ad agire per garantirne il rispetto nel quadro delle sue prerogative“.

Diritto e democrazia sono strettamente collegati tra loro: “l’Europa è l’unica realtà che può consentirci di riscoprire quella vocazione che ci ha portato a costruire uno spazio di democrazia in cui il diritto è il termine di riferimento con cui noi regoliamo i rapporti fra i nostri Stati membri, fra i nostri cittadini e domani con quegli Stati che aspirano a vivere con noi” (Cerimonia del 76° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau – 27 gennaio 2021). Lo Stato di Diritto, infatti, è il baluardo necessario alla difesa della Democrazia: “Lo voglio dire con chiarezza: la democrazia europea, i valori ed i principi su cui essa si basa purtroppo non sono irreversibili. Per questo è necessario l’impegno e la determinazione di tutti noi a loro difesa. Si tratta di una lotta che dobbiamo condurre giorno per giorno. Senza sosta” (cerimonia per il trentennale della caduta del muro di Berlino – 13 novembre 2019).

Parlare di democrazia vuol dire guardare al futuro: “La democrazia non è passata di moda, ma deve aggiornarsi per continuare ad essere strumento per migliorare la vita delle persone. La nostra conferenza dovrà vivere di un dibattito intenso e dal basso, non nel chiuso di un circolo accademico o di un semplice dibattito istituzionale. Riformare la democrazia, questo è l’obiettivo da perseguire. E dobbiamo farlo mettendo in campo strumenti utili che prevedano meccanismi rapidi di decisione. Il diritto di veto, nel funzionamento del processo decisionale europeo, è uno strumento anacronistico e questa crisi, con la necessità di misure urgenti e tempestive, ne è una dimostrazione lampante” ha dichiarato Sassoli in occasione della Giornata dell’Europa il 9 maggio 2020 a Bruxelles. E come si può fare a dare un futuro alla democrazia? “Proteggendo il bene comune, quindi rafforzando il ruolo dei parlamenti come garanti dell’espressione democratica dei popoli, ma anche garantendo la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini nella vita democratica. Credo che sia urgente rinnovare il nostro patto democratico/sociale rinnovando il legame con i nostri cittadini” (Discorso in occasione del 40° anniversario dell’adesione della Grecia alla CEE ad Atene – 27/05/2021).

Anche durante i giorni più bui della pandemia (2 aprile 2020), l’allora presidente del Parlamento Europeo non ha smesso di ripetere: “Il nostro messaggio è chiaro: la democrazia continua a funzionare. Tutti gli organi del Parlamento sono al lavoro per affrontare l’emergenza del Covid-19. E tutti sono in grado di riunirsi, partecipare, dibattere, proporre e votare. La democrazia continua a funzionare, anche con nuovi strumenti. E questo lo vogliamo sottolineare con forza“, riprendendo poi i medesimi concetti in occasione del Consiglio europeo straordinario del 25 e 26 febbraio 2021: “La risposta alla crisi deve prevedere più democrazia. Anche per questo è importante che venga istituito il gruppo di contatto tra la Commissione e il Parlamento Europeo“.

Quindi, “la democrazia è fragile, come ci dimostrano gli eventi della storia. E perché funzioni, deve essere difesa, proteggendo il bene comune e garantendo la partecipazione, la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini nella vita democratica. Animare la partecipazione della nostra società. È urgente rinnovare il nostro patto democratico rinnovando il legame con la nostra società” (Cerimonia per la firma della dichiarazione congiunta sulla Conferenza sul futuro dell’Europa – 10 marzo 2021). “Il nostro obiettivo è di offrire un momento di riflessione sugli insegnamenti della crisi, nonché su come rafforzare, aggiornare, la democrazia europea. Qual è il tempo migliore per farlo? Beh, questo. Non ce n’è un altro. E dopo il Covid sarebbe troppo tardi, ecco perché è molto importante che questa riflessione su noi stessi, sull’efficienza e l’efficacia e l’ammodernamento della democrazia europea avvenga in questo momento. Abbiamo bisogno di un’Unione europea più efficiente, più flessibile, più resistente e anche più democratica“, ha dichiarato Sassoli in occasione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa del 21 aprile 2021.

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LIBERTA’, SOLIDARIETA’ E UGUAGLIANZA

Le due direttrici fondamentali del diritto e della democrazia sono sostenute da tre elementi essenziali che ne sostanziano l’agire concreto.

Il primo elemento della visione politica di Sassoli è costituito dalla libertà, valore fondante dell’Unione Europea: “Gli Stati membri dell’UE non devono perdere l’occasione di garantire ai cittadini europei uno spazio di pace, libertà e prosperità condivisa” (Discorso alla Conferenza di Alto Livello “Gli Stati Generali dello Spazio, Sicurezza e Difesa: le prossime sfide per l’industria europea” – 6 dicembre 2019). E la libertà è uno degli scopi dell’azione del Parlamento Europeo: “Questo Parlamento deve farsi portavoce della libertà di pensiero e di parola, una libertà estremamente preziosa” (Discorso durante la consegna del Premio Sakharov 2019 per la libertà di pensiero ad Ilham Tohti – 18 dicembre 2019).

Al di là delle apparenze, “la libertà è in declino a livello mondiale. Meno della metà della popolazione mondiale vive in un sistema democratico. Soltanto 80 dei 197 Paesi riconosciuti hanno un sistema democratico. La disinformazione sta guadagnando terreno. Il populismo, il nazionalismo, la xenofobia e l’autoritarismo sono ideologie che trovano grande seguito in larghi settori della popolazione mondiale. La libertà individuale, la libertà politica, il rispetto dello Stato di diritto, la democrazia, i diritti umani: sono questi i valori che costituiscono la nostra identità. Ed è proprio sulla base di questi principi che sono state fondate le nostre istituzioni; istituzioni aperte, che vogliono rafforzarsi, ammodernarsi“, ha affermato Sassoli in occasione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa del 21 aprile 2021

Certo, “i valori europei mettono paura, perché le libertà consentono uguaglianza, giustizia, trasparenza, opportunità, pace. E se è possibile in Europa, è possibile ovunque” (discorso alla commemorazione dell’eccidio nazista di Cibeno a Carpi – 11 luglio 2021), ma “le regole europee, le regole della libertà, della democrazia, della tolleranza sono le medicine con cui curare i mali del mondo” (discorso all’apertura dell’Evento Europeo della Gioventù a Strasburgo – 8 ottobre 2021).

La crisi sanitaria ha portato David Sassoli a parlare spesso di solidarietà: “Come Parlamento abbiamo voluto dare un piccolo esempio: abbiamo dato in dotazione alle autorità di Bruxelles una nostra sede per la cura dei pazienti e una flotta di 100 autoveicoli. Siamo pronti a fare lo stesso per le sedi di Lussemburgo e Strasburgo se ne avranno bisogno. Piccoli gesti di solidarietà concreta, abbiamo aperto le cucine per preparare 1000 pasti al giorno per i senza fissa dimora e i volontari. E nei nostri locali di Bruxelles saranno ospitate 100 donne vulnerabili. Ma anche a Strasburgo, anche a Lussemburgo, abbiamo dato la disponibilità alle autorità di utilizzare i locali del Parlamento per attività legate all’emergenza. Siamo l’Europa, la nostra forza si chiama solidarietà” (Dichiarazione dopo l’incontro con i leader dei gruppi politici – 2 aprile 2020).

Perché “è nelle difficoltà che va imbracciato il coraggio e vanno trovate le risorse per ripartire. E alla nostra generazione è adesso richiesto di trovare il coraggio che fu dei nostri fondatori, di gettare lo sguardo verso l’ignoto per rafforzare un progetto a cui molti nel mondo guardano come a un esempio di pace, solidarietà e prosperità” (Discorso in occasione della Giornata dell’Europa – 9 maggio 2020).

E ancora: “abbiamo capito dalla crisi che possiamo uscirne solo con la  solidarietà. E quella che stiamo mettendo in campo è la forma più visibile di un’Europa unita. Solidarietà esige responsabilità e coerenza. Siamo cresciuti insieme attorno a valori comuni. Non riduciamo l’Unione europea ad un distributore automatico di soldi. Il Parlamento dà una grande importanza alla buona gestione delle risorse comuni e al tempo stesso al rispetto dei principi dello stato di diritto. Non è una opzione: solidarietà e benefici del mercato comune vanno di pari passo con il rispetto dei nostri valori. I cittadini esigono che le istituzioni siano garanti di questa coerenza. Si  tratta di una condizionalità in grado di preservare la natura e l’autorevolezza delle nostre Istituzioni” (Discorso in occasione del Consiglio europeo del 17 luglio 2020). 

Esiste un unico modo per uscire da una crisi di così grande portata: quello della solidarietà, all’interno dell’Europa e con il resto del mondo. Per prevenire crisi future e migliorare le nostre risposte, il mondo di domani dovrà più che mai essere strutturato intorno alla cooperazione, al multilateralismo e alla solidarietà” (Discorso in occasione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa del 21 aprile).

Proprio sulla solidarietà David Sassoli ha incentrato uno dei suoi discorsi più amari, al Forum strategico di Bled il 1° settembre 2021, dove si è detto deluso dalle conclusioni del Consiglio Affari interni: “Uno dei valori fondamentali è la solidarietà, un obiettivo sancito dai nostri Trattati fondativi. Solidarietà quando prendiamo prestiti comuni, solidarietà di fronte alle minacce alle nostre frontiere, solidarietà di fronte alle nostre responsabilità e agli obblighi di protezione dei richiedenti asilo, solidarietà nella gestione comune dei flussi migratori“.

E la solidarietà è la base su cui può costruirsi una vera uguaglianza: “La nostra Unione si fonda infatti sui pilastri della solidarietà e dell’uguaglianza e, di fronte alle grandi trasformazioni ecologiche e digitali che stiamo vivendo, è necessario richiamare quei princìpi, mettere le persone al centro del dibattito e affrontare con urgenza la dimensione sociale pensando a nuovi modelli di sviluppo, più equi e sostenibili” (Discorso in occasione del 75esimo anniversario del protocollo italo-belga “Homme Contre Charbon” (1946) – 23 giugno 2021).

L’uguaglianza è alla base della democrazia ed è la chiave con cui sconfiggere le discriminazioni e le violenze, tutelando i più deboli: “Oggi è la Giornata Internazionale per l´eliminazione della violenza contro le donne e prima di iniziare le nostre discussioni, vorrei affrontare il tema della violenza nella nostra società. Ne dobbiamo parlare per tanti motivi. Dobbiamo parlarne per liberare le voci delle vittime e aiutarle a rompere il silenzio. Dobbiamo parlarne per aumentare la consapevolezza e per esprimere il nostro impegno verso la non violenza e l’uguaglianza. Soprattutto, dobbiamo parlarne per trovare soluzioni e porre fine a questa piaga che colpisce la nostra società“, ha dichiarato il 25 novembre 2020.

CLIMA, SOSTENIBILITA’, SVILUPPO

Sassoli (Presidente del Parlamento Europeo): «Per il Recovery Fund serve stabilità nei governi nazionali»

Una delle urgenze più grandi su cui David Sassoli ha cercato di attirare l’attenzione dell’intera Europa ha riguardato il clima e la necessità di garantire uno sviluppo sostenibile. Le sue idee su questo fronte sono state chiare sin da subito: “La lotta al cambiamento climatico dovrà essere inclusa in tutte le politiche dell’Unione. La lotta al cambiamento climatico è certamente in cima alle preoccupazioni dei cittadini europei e deve quindi essere una delle priorità della nostra agenda comune. L’Unione deve esercitare un ruolo guida in questa sfida” (Discorsi al Consiglio Europeo – 17 ottobre e 12 dicembre 2019).

E le strade della lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze si intrecciano: “Ritengo che la trasformazione civile che l’Europa intende realizzare per affrontare l’emergenza climatica richieda che si tenga conto della dimensione sociale e della lotta alle disuguaglianze, che dovranno necessariamente accompagnare tale trasformazione. Non dobbiamo infatti dimenticare che le sfide ambientali possono essere risolte solo se mettiamo la riduzione delle disuguaglianze al centro dell’azione politica. Le sfide riguardanti il clima e le disuguaglianze possono essere risolte solo insieme. Infatti, le disuguaglianze e la povertà hanno molteplici effetti sul nostro ambiente” (Discorso al Forum economico mondiale di Davos – 22 gennaio 2020).

La lotta al cambiamento climatico non può essere fatta solo da dichiarazioni vuote, ma da azioni concrete: “La lotta al cambiamento climatico è la leva per un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Ci crediamo davvero? Se la risposta è affermativa, allora servono risorse per la crescita e lo sviluppo, e per accompagnare paesi, imprese, e cittadini in questa transizione. Servono risorse per consentire al nostro sistema produttivo e ai lavoratori di adattarsi ai cambiamenti necessari. Ma non solo. Vogliamo risorse perché l’Europa sia sempre all’avanguardia, in materia di ricerca e non si riduca a importare nuove tecnologie al cui sviluppo non avrà contribuito. In questi mesi tutti, e anche voi, vi sarete accorti che c’è grande attenzione su cosa farà l’Europa. Dinanzi a queste sfide siamo chiamati a dare prova di coraggio e ambizione” (Discorso in occasione della riunione straordinaria del Consiglio europeo – 20 febbraio 2020).

E ancora: “L’Europa si trova ad affrontare sfide ambientali di portata e urgenza senza precedenti. Mentre le politiche ambientali e climatiche dell’UE hanno fatto la differenza e hanno portato benefici sostanziali negli ultimi decenni, abbiamo bisogno, in questo momento in particolare, di un’azione urgente di tutta l’Unione per affrontare il cambiamento climatico, e di raggiungere con l’azione europea una leadership mondiale. Una leadership mondiale morale. Arrivare ad un continente ad emissioni zero è davvero la sfida del futuro” (Intervento alla presentazione della relazione sullo stato dell’ambiente in Europa – 3 giugno 2020).

Al tema del clima si legano inevitabilmente i passi necessari verso uno sviluppo sostenibile a favore delle giovani generazione: “La scelta dell’Unione è un modello di sviluppo nuovo, basato sulla Green economy, la sostenibilità, e la transizione digitale.  Vogliamo diventare leader nella lotta al cambiamento climatico. È quindi assolutamente necessario che i piani di rilancio nazionali siano ben allineati a questo traguardo. Sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale corrono di pari passo” (Intervento in occasione della giornata di apertura del processo di consultazioni promosse dal Governo Italiano per il rilancio dell’economia – 13 giugno 2020).

Il problema del clima non rimane però un tema solo europeo: “Il cambiamento climatico non si ferma ai confini nazionali: occorre uno sforzo comune per aiutare il pianeta. Dobbiamo adoperarci con maggiore determinazione a livello globale, in linea con l’accordo di Parigi. Questo vale per noi europei e per i nostri partner. Nei prossimi mesi investiremo in modo massiccio nella ricostruzione delle nostre economie e dobbiamo garantire che la ripresa non sia trainata dai paradigmi del passato. Dovremmo utilizzare gli stimoli economici forniti dalle istituzioni pubbliche per cambiare radicalmente i nostri modelli di crescita, garantendo nel contempo una transizione equa adatta a noi e alle generazioni future. Nessuno deve rimanere indietro. L’obiettivo della neutralità climatica rappresenta un’opportunità per ridurre i divari sociali e ristabilire l’equilibrio in modo più equo e inclusivo” (Discorso al Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2020).

GIOVANI E TABU’

L’ultimo approfondimento lo dedichiamo a due temi non molto frequenti, ma partecolarmente sentiti dal Presidente Sassoli: i giovani e il superamento dei tabù.

La parola “giovani” è stata usata più frequentemente collegata ai temi della ripartenza: “Il piano di ripresa è stato giustamente denominato Next Generation EU. Si chiama così perché servirà ad investire sulle prossime generazioni. Noi indebiteremo le generazioni future e dobbiamo sentire la responsabilità di ripagarle in prosperità e sviluppo. Occorrerà quindi concentrarsi sui giovani. Ci vorrà un grande piano di investimenti sui beni comuni, come educazione e formazione, per dare a tutti le stesse opportunità. Basta scuole di serie A e di serie B in Europa. Le difficoltà per numerosi studenti europei di accedere all’insegnamento a distanza per mancanza degli strumenti tecnologici è la cartina di tornasole di pesanti arretratezze. Accedere alla tecnologia dev’essere considerato un diritto. Sì, un nuovo diritto umano e sociale, perché nessuno resti indietro o venga discriminato” (Intervento in occasione della giornata di apertura del processo di consultazioni promosse dal Governo Italiano per il rilancio dell’economia – 13 giugno 2020).

Il futuro è dei giovani: “Voi, i giovani, i cittadini dell’Unione, tutti noi siamo chiamati a contribuire a questo dibattito a trovare insieme vie per un futuro comune. La vostra generazione è politicamente più attiva e impegnata ad individuare i tratti di quella che sarà l’Europa del futuro. Lo dimostra il gran numero di voi presenti oggi, così come mobilitazione senza precedenti dei giovani durante le ultime elezioni europee del 2019. Incoraggiamo tutti i partiti a dare a voi giovani più spazio, ma già all’inizio di questa legislatura abbiamo assistito ad un fortissimo rinnovamento del Parlamento europeo. Abbiamo bisogno di giovani. Grazie per la vostra mobilitazione” (Discorso all’apertura dell’Evento Europeo della Gioventù a Strasburgo – 8 ottobre 2021).

E per garantire un futuro ai nostri giovani, dobbiamo essere capaci, tutti insieme, di sfidare i nostri tabù, e superarli: “Siamo oggi fermamente impegnati a garantire il seguito concreto delle raccomandazioni e delle conclusioni che la Conferenza produrrà. È essenziale che questo esercizio porti ad azioni concrete, cambiamenti legislativi, cambiamenti di trattati, se questo è desiderato e auspicato. Ci impegniamo a non avere tabù e a fare in modo che i risultati possano offrire una visione reale del nostro progetto europeo. È in gioco la nostra credibilità come rappresentanti delle istituzioni, come rappresentanti dei cittadini, è in gioco il nostro futuro e il futuro delle nostre democrazie. E ora abbiamo l’opportunità di riscoprire l’anima del progetto europeo e farla vivere nella contemporaneità. Invitiamo quindi tutti i cittadini europei a partecipare alla Conferenza e a costruire l’Europa di domani, affinché diventi davvero la “loro Europa” (Cerimonia per la firma della dichiarazione congiunta sulla Conferenza sul futuro dell’Europa – Bruxelles  10 marzo 2021)

In Europa basta con i tabù. Questo è il tempo straordinario che ci è dato e abbiamo nelle mani una opportunità storica di trarre le lezioni di questa pandemia e ricostruire economie e società più sostenibili, più eguali. Per non tornare indietro e per ridurre le disuguaglianze dovremo anche lavorare sui debiti contratti per proteggere i nostri cittadini in questi tempi di pandemia. Non vogliamo che i nostri cittadini più vulnerabili e fragili, le donne e i giovani, portino domani il peso della crisi. Ecco il motivo per cui dobbiamo avviare oggi un grande dibattito sulle regole dopo il Covid e riformare il Patto di Stabilità e Crescita. Anche la nuova politica di stampo europeo, avviata dal Presidente Biden, ci invita a non avere tabù. Indietro non vogliamo tornare, indietro non sarà possibile tornare” (Osservazioni conclusive al Vertice sociale di Porto del 7 e 8 maggio 2021).

La strada per il futuro è segnata: “Non dobbiamo avere tabù, non dobbiamo avere paura di intraprendere delle azioni nuove, non dobbiamo avere paura di aver coraggio perché le sfide della contemporaneità sono molteplici dall’emergenza climatica alla trasformazione verde e digitale, da una politica sanitaria globale ad una società più resiliente dal punto di vista socio-economico” (Intervento al Dialogo Transatlantico e la sua importanza per la difesa della Democrazia – 29 giugno 2021).

ARRIVEDERCI, NON ADDIO

Concludiamo la nostra analisi con le parole che David Sassoli pronunciò il giorno dopo la Brexit e che idealmente dedichiamo ai suoi insegnamenti: “Niente sarà semplice. Ci saranno situazioni difficili che metteranno anche alla prova i nostri rapporti futuri. Ma questo lo sapevamo sin dall’inizio della Brexit.  Sono sicuro, però, che sapremo superare qualsiasi divergenza e trovare sempre un punto di incontro. State lasciando l’Unione europea, ma continuerete a essere una nazione europea. Cari amici britannici, addio è una parola troppo definitiva, ed è per questo che insieme a tutti i colleghi vi dico soltanto arrivederci. E voglio salutarvi con le parole che diceva Jo Cox, la deputata UK uccisa durante una campagna elettorale: “Abbiamo molto di più in comune di quanto ci divide“.

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