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[Lo scenario] La proposta del ministro Schillaci: «Stipendi migliori ai medici che passano più ore in corsia»

Servono soldi e una nuova organizzazione per recuperare le prestazioni sanitarie perdute. E per rispondere ai bisogni di pazienti oncologici e cronici occorre far lavorare di più i medici, in cambio di aumenti economici. Lo dice il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che in un’intervista alla Repubblica respinge le accuse di chi ritiene che la Finanziaria abbia dato poco denaro alla sanità, ma promette comunque di cercare anche altri fondi per recuperare le liste di attesa.

Per il ministro, nei prossimi anni pagheremo il rallentamento delle «visite di controllo e degli screening, con un maggior numero di diagnosi o vedendo patologie più gravi. Lo considero uno degli effetti peggior della pandemia, nato perché ovviamente il sistema era preso ad affrontare la gravità della malattia da coronavirus. La soglia di rischio per le neoplasie è salita».

«Domani (oggi, ndr) ho un importante incontro con le Regioni per discutere di soldi, vediamo se riesce a recuperare qualche fondo ad hoc. Anche se non si tratta di soldi inseriti nella Finanziaria. Si possono» ha affermato Schillaci «usare ad esempio stanziamenti per il Piano oncologico e recuperare visite ed esami. Stiamo predisponendo tutte le misure necessarie per riprendere a pieno regime le attività che c’erano prima della pandemia potenziando gli screening, i controlli dei pazienti oncologici, i controlli dei pazienti cardiopatici, di quelli con malattie croniche e metaboliche».

Mentre il pubblico riduce le attività, il privato aumenta gli incassi. «Il fenomeno esiste» replica il ministro. «Ma è auspicabile che la sanità pubblica abbia sempre il ruolo principale. Proprio il Covid ce ne ha fatto capire l’importanza. L’assistenza va assicurata a tutti, non solo a chi può permettersi di andare nel privato».

Il problema delle liste di attesa

«Più che altro è organizzativo, nel senso che comunque gli organici dei medici, al di là di alcune discipline che sono in difficoltà, non sono inferiori a quelli di altri Paesi. Comunque, non è che da un giorno all’altro possiamo trovare più dottori, visto che come tutti sanno ci vuole tempo per formali. Bisogna così incentivare, economicamente, la presenza in ospedale dei professionisti per più ore. In generale, sarà necessario procedere a una rivalutazione del trattamento economico di tutto il personale medico e sanitario».

Riguardo alle critiche di chi afferma che nella Finanziaria c’è troppo poco per la Sanità, «Chi si lamenta oggi, tra il 2013 e il 2019, quando c’è stato un definanziamento della sanità, a vario titolo stava nel governo» replica il ministro. «Comunque, non voglio fare polemiche. Dico solo che l’anno prossimo ci saranno 4 miliardi e 200 milioni in più per la sanità. I due che ha messo Roberto Speranza e i nostri e in più noi, per il 2024, abbiamo anche previsto ulteriori 2,4 miliardi. Un segnale di inversione di tendenza. So che la gran parte degli aumenti saranno impegnati per l’energia, ma speriamo che si riescano a mettere anche altre risorse sulla sanità. L’importante è che quella pubblica sia al centro dell’agenda del governo».

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