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Le accuse ipocrite contro la folla per lo shopping

“Le accuse ipocrite” dei governanti sugli assembramenti dello shopping.

Ne parla il giornalista Antonio Polito.

“Stupisce lo stupore dei nostri governanti, nazionali e regionali: se hanno aperto i negozi nella penultima domenica prima di Natale, è abbastanza scontato che la gente vada a fare shopping; se i bar e i ristoranti possono servire aperitivi e pasti, non sorprende che gli avventori li consumino”.

Soprattutto se si è appena varato un molto pubblicizzato incentivo allo shopping «fisico», quel «cashback» studiato apposta per spingere i consumatori a uscire di casa invece di comprare online” scrive sul Corriere.

“Indignarsi non costa nulla”.

“Oggi per esempio ci indigniamo perché abbiamo il più alto numero di morti d’Europa. Si dice: ma esiste anche una cosa chiamata «responsabilità individuale», non è detto che soltanto perché una cosa è lecita la si debba pure fare. Giusto”.

“Se ci si trova nel bel mezzo di un assembramento «immondo» (la definizione è di Zaia), buon senso e civismo impongono di allontanarsene. Molti l’avranno anche fatto”.

“In quelle folle di domenica c’era di sicuro tanta gente timorata delle leggi, che indossava con scrupolo la mascherina, si è messa in fila prima di entrare in un negozio, e magari è corsa a riprendere la metropolitana o l’auto per tornare a casa quando ha visto dov’era finita”.

“Ma intanto era già diventata folla”.

“La tendenza a dare la colpa al comportamento degli individui di ciò che non funziona nel distanziamento sociale, e a chiudere i recinti solo quando i presunti buoi sono scappati, è l’altra faccia del populismo”.

“Laddove quello idolatra un «popolo» indistinto e unico che avrebbe sempre ragione, questo se la prende con un «popolo» invariabilmente indisciplinato che rovina tutto”.

“Contemperare le tante diverse esigenze, dei commercianti e degli infermieri, dei consumatori e dei malati, dei giovani e degli anziani, non è esercizio facile per nessun potere pubblico, e comprendiamo le incertezze del nostro”.

“Ma una linea va scelta e tenuta. Ieri il commissario europeo Paolo Gentiloni ha scritto in un tweet: «La Germania ha avuto finora 1,3 milioni di casi e 21 mila morti. Noi 1,8 milioni di casi e 64 mila morti. In Germania nuove misure restrittive fino al 10 gennaio».

“In Italia ce la prendiamo con la gente”.

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