Il caro energia inizia a pesare anche sulla cultura, a partire dagli Uffizi di Firenze. Dal primo marzo il biglietto d’ingresso per visitare la Galleria delle Statue e delle pitture salirà dagli attuali 20 fino a 25 euro. La decisione, spiega il complesso museale, è stata presa all’unanimità dal consiglio d’amministrazione delle Gallerie degli Uffizi “per far fronte all’aumento dei costi nel settore energetico ed edilizio”.
Il rincaro di 5 euro, precisa il museo, riguarderà soltanto il ticket di ingresso singolo nel periodo di alta stagione, che va dal 1 marzo al 30 novembre, il più comprato dai turisti stranieri. Prevista però una possibilità di risparmio per i visitatori più mattutini: chi entrerà in museo tra le 8,15 e le 8,55 pagherà 19 euro. Restano invariati i prezzi in bassa stagione e i biglietti d’ingresso per Pitti e Boboli, anch’essi parte del complesso museale. Il rincaro, fanno sapere gli Uffizi, è stato approvato anche dalla direzione regionale Musei della Toscana e della direzione generale Musei del ministero della Cultura.
Positivo il commento del ministro Gennaro Sangiuliano. “Penso che sia giusto – ha detto – dobbiamo adeguarci agli standard europei. Mediamente i grandi siti europei costano di più, fatta eccezione per la Gran Bretagna dove c’è una situazione particolare. Penso che l’aumento risponda anche a una questione per così dire ‘morale’ – ha aggiunto il ministro – per una famiglia americana che spende 10-20 mila euro per venire in Italia, pagare venti euro un biglietto è una cosa che si può fare”.
Di altro avviso, però, il Movimento 5 Stelle che ha subito preso posizione contro il rincaro. “A questo governo evidentemente non bastavano i rincari di benzina, energia e prezzi al carrello. Adesso ad aumentare è pure il costo dei biglietti dei musei”, commenta la capogruppo del M5s in commissione Cultura alla Camera Anna Laura Orrico. “Il ministro Sangiuliano – aggiunge – giustifica i rincari agli Uffizi e la possibilità che altri siti seguano lo stesso esempio parlando di turisti ricchi “che possono permetterselo”.
Ovviamente il problema non riguarda gli Uffizi, ma la visione a senso unico di un governo che agisce ignorando del tutto le famiglie italiane più fragili e la classe media, che ha anch’essa diritto alla cultura. Ma soprattutto – conclude Orrico – dimentica che nell’ultima legge di bilancio il suo governo ha stanziato solo 20 milioni e spacchettato la 18App per fare cassa sulla cultura, anziché pensare agli investimenti di cui il settore ha infinito bisogno”.