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I migranti e il paradosso dei progressisti | L’analisi di Luciano Capone su il Foglio

Luciano Capone sul Foglio mette in evidenza il paradosso dei governi progressisti in Europa che sul tema dell’immigrazione sono più vicini a Meloni che a Schlein: “Il primo commento di Elly Schlein sul processo al vicepremier Matteo Salvini – scrive Capone – è stato contro Giorgia Meloni, più sul metodo che sul merito della vicenda: ‘Ho trovato molto inopportuno l’intervento della presidente del Consiglio perché noi pensiamo che il potere esecutivo e quello giudiziario siano separati e autonomi, è un principio che si chiama separazioni dei poteri’, ha detto Schlein riferendosi alle parole di Meloni, che aveva definito un “precedente gravissimo” la richiesta a sei anni di condanna per sequestro di persona, da parte della procura di Palermo, nei confronti dell’allora ministro dell’Interno del governo Conte che bloccò lo sbarco dei migranti soccorsi dalla nave della ong Open Arms.

È come se la segretaria del Pd sia consapevole del rischio di cadere in una sorta di trappola politica: apparire come il partito dell’accoglienza senza limiti, in contrapposizione a Salvini che si propone come il “difensore dei confini nazionali”.

È come se Schlein – osserva Capone – volesse tenersi un passo di lato rispetto a questo schematismo su un tema molto sensibile come l’immigrazione, dove le percezioni sono molto più rilevanti rispetto alle soluzioni concrete che in genere si rivelano poco efficaci.

Tutte le principali forze di sinistra al governo in Europa sono costrette, per convinzione o sotto la pressione dell’opinione pubblica, ad assumere toni e politiche più dure contro l’immigrazione irregolare”.

Capone cita quindi i casi di Germania, Gran Bretagna, Spagna, Danimarca e aggiunge: “Il pericolo, di cui pare consapevole Schlein, è quello di farsi trascinare dal progressismo culturale e mediatico sull’onda del processo di Palermo in una contrapposizione tra destra dei ‘porti chiusi’ stile Salvini e sinistra delle ‘porte aperte’ stile Salis.

Perché se è questo il messaggio che dovesse percepire l’opinione pubblica italiana, molto preoccupata come il resto d’Europa dall’immigrazione irregolare, la sinistra potrà anche rivendicare una vittoria giudiziaria, ma al prezzo poi di una sconfitta politica.

E alla fine a raccogliere i frutti dell’una e dell’altra disfatta, quella giudiziaria di Salvini e quella politica della sinistra, sarebbe Giorgia Meloni”.

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