Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Guido Crosetto, ministro della Difesa: “Sbaglia chi parla di armi usate per colpire la Russia”

Guido Crosetto – intervistato da Paola De Caro sul Corriere della Sera del 7 giugno – dà una bacchettata ai Paesi che fanno sapere che i loro aiuti potranno essere usati dall’Ucraina per attaccare la Russia: «A che serve? A chi giova? Peraltro, molti di questi stanno fornendo solo forniture civili, quindi forse potrebbero anche evitare…».

E un avvertimento a partiti «sia di maggioranza che di opposizione: è inutile che si continui a chiedere al ministro della Difesa di comunicare quali aiuti e armamenti forniamo a Kiev. Sono informazioni secretate. Lo sono per una scelta fatta dal governo Draghi e proseguita con il governo Meloni e io mi comporto in modo serio, dato che la situazione è seria. Ogni mia comunicazione è al Copasir, dove ciascuno partito ha il proprio rappresentante. Ce l’ha Conte come ce l’ha Salvini. Quindi, smettiamola. In queste materie non servono speculazioni di basso livello e sicuramente non sarò io a infrangere una legge dello Stato».

Partiamo dall’Ucraina: l’Italia continuerà ad impedire che Kiev utilizzi le nostre armi per colpire la Russia? Altri paesi hanno invece dato l’autorizzazione. «Mi fa un po’ sorridere che alcuni che parlano di questo sono esponenti di paesi che per lo più inviano aiuti civili e non militari. Ma soprattutto mi chiedo a cosa serva. Incidono positivamente queste parole sugli esiti della guerra? No. Favoriscono la pace? No. Spaventano i russi? No. Li irritano? Sì. Peraltro, se anche l’Ucraina volesse usare armi a scopo di attacco, non sarebbe esattamente favorita nel farlo sapere ai russi… Davvero, non li capisco».

In Italia c’è chi chiede che si chiarisca che aiuti forniamo e per far cosa. «Io sono obbligato a mantenere il segreto, come previsto dalla legge. Non dico quali armi forniamo e l’unico giudizio che mi interessa è quello degli ucraini, che sono molto grati del nostro sostegno, di quello che possiamo dare, compatibilmente con le nostre forze. Ma diventa difficile fare il ministro della Difesa in un Paese dove anche le cose serie vengono trattate in modo sempre strumentale, falso e superficiale».

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.