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Giuseppe Sala (Sindaco di Milano): «Ho sbagliato sullo smart working. E non solo su quello»

“La vera questione non è come sta Milano, ma ‘è davvero finita?’.

La scienza non ci aiuta, anche gli scienziati non sanno molto e il problema è che parlano tanto, in un momento in cui bisogna parlare poco. Se potessi tornare indietro non parlerei un sacco di volte anche io”.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si svela in un’intervista a Selvaggia Lucarelli su Tpi e conferma i suoi dubbi su un’eventuale ricandidatura.

“Quando cinque anni fa dovevo decidermi se candidarmi ho fatto il Cammino di Santiago. Ora non riesco. Allora mi sono comperato una bici da corsa e rifletterò in sella durante le mie vacanze liguri”, spiega, in cui ammette di essere “in difficoltà” sui social.

“La foto sul Duomo con le frecce tricolore non la rifarei. Sullo smart working mi sono espresso male, ho sbagliato nel dire ‘torniamo a lavorare’ come se da casa non si lavorasse. Avrei dovuto dire ‘Torniamo in ufficio altrimenti facciamo morire una parte della città’. È un messaggio che ho fatto di corsa”.

E sul ‘Buongiorno Milano’, di cui da un po’ di giorni non c’è più traccia, dice: “Quella forma di comunicazione ha avuto un senso in una fase in cui tutti erano a casa e aspettavano che li informassi. Poi l’ho tirata per le lunghe e forse non ce ne era più bisogno”.

Poi, anche un aspetto più personale: “Ero arrivato a 62 anni senza il problema dell’insonnia, ora mi alzo, ho pensieri, non riesco a liberarmene”.

E ancora: “Sono mesi di sofferenza enorme, sono uno con un grande equilibrio psicologico perché ne ho passate tante nella vita ma è la prima volta in cui dormo male e soffro”, conclude il sindaco di Milano.

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