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Gianni Indino (presidente Silb Emilia-Romagna): «Discoteche ancora chiuse, ci sentiamo presi in giro»

Le discoteche rimangono chiuse, anche con il Green Pass. La decisione è della cabina di regia riunita a Palazzo Chigi, che per Gianni Indino, presidente del Silb dell’Emilia-Romagna, «non è una doccia fredda» ma una beffa, «ancora una volta», per un mondo che aspettava di poter ripartire, seppur a stagione inoltrata, recuperando il terreno perduto con il protrarsi delle misure anti-Covid.

Secondo Indino, la scelta del governo «non è una doccia fredda, è una presa per il sedere, se mi si passa il termine. La medicina, gli scienziati, la politica, le Regioni, tutti si erano adoperati a parole in questi ultimi tempi per la riapertura delle discoteche, invece vai a stringere e ancora una volta siamo stati beffati. Protesteremo, assolutamente, sì. È una situazione che, a questo punto, non so come sfocerà: saremo calmi? Saremo tranquilli? Ci sarà una reazione composta? L’unica cosa certa è che i ragazzi continueranno a ballare, i contagi continueranno a salire e le imprese continueranno a morire: bel quadro che ci hanno lasciato».

Un quadro, quello dipinto dalla cabina di regia, che pare avere preso in contropiede il “mondo della notte” pronto a scommettere, invece, su uno spiraglio per rilanciare, a estate avviata, la propria attività. «Negli incontri avuti con esponenti della politica, con i vertici delle Regioni avevamo convenuto una via comune di condotta affinché venisse concessa la possibilità di aprire le discoteche perché se è vero che il vaccinato non contagia nessuno, due sono le cose: o ci prendete in giro oppure non saremo contagiati. Allora dico: perché tutto questo? Qual è la ragione?» per il passo indietro. «Non più tardi di venti giorni fa ho parlato con il più rigoroso dei virologi, Crisanti, il quale in una trasmissione su Rai Uno», ospite, «insieme a me si era lasciato andare sul fatto che le discoteche con il Green Pass potessero aprire». Poi il no della cabina di regia.

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