Il blocco dei licenziamenti era una misura d’emergenza ma per sostenere il lavoro servono misure “strutturali”.
Così la ministra della Famiglia Elena Bonetti su La Stampa che punta alla “decontribuzione” e indica nel Recovery fund un possibile “punto di svolta” per promuovere la parità di genere.
“Stiamo lavorando per evitare che accadano chiusure dei settori produttivi – osserva Bonetti – l’Italia non può permettersi di tornare a forme di chiusura. Lo stop dei licenziamenti è stato un passaggio a tutela dei lavoratori nella prima fase, oggi chiediamo che si diano invece strumenti strutturali per permettere alle imprese di resistere. Il sistema produttivo non può essere vincolato da norme che sono comunque temporanee, serve invece incentivare il lavoro. Io e Iv proponiamo azioni che rendano vantaggioso avere donne nel mondo del lavoro. Lo strumento della decontribuzione è importante, lo abbiamo attivato per il Sud e va esteso a tutta Italia per le donne”.
Il Recovery fund può essere usato per riequilibrare il ruolo delle donne, “deve essere un cambio di passo e abbiamo lavorato per questo. Nelle primissime proposte di quest’estate ho voluto costruire una visione strategica fatta da più azioni che riguardassero il cosiddetto empowerment femminile”.
Poi rileva che “ci è stata data assicurazione che l’assegno” unico “partirà dal 2021. Con una precisazione: Gualtieri ha parlato di luglio, io vorrei rimarcare che se per tempi tecnici non si riuscisse a renderlo operativo nei primi mesi dell’anno, metteremmo in campo tutte le misure che evitino svantaggi per le famiglie”.
Infine, “dobbiamo lavorare perché le scuole rimangano aperte; il lockdown deve essere assolutamente evitato. Riorganizziamoci dal punto di vista sociale e usiamo il Mes per favorire percorsi di diagnosi facilitati”.