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Ecco un esempio di costo geopolitico della transizione Green | L’intervento di Luigi Balestra

“Grazie al Presidente Stefano Castiglione per l’ospitalità che sempre ci offre per quelli che sono degli appuntamenti che stanno diventando abbastanza fissi in collaborazione con l’Osservatorio Riparte l’Italia che si propone di affrontare temi che riguardano il futuro delle prossime generazioni.

Un ringraziamento agli sponsor che sostengono questa iniziativa, in particolare alla Bruno Farmaceutici, perché questo denota una sensibilità da parte di chi svolge un’attività imprenditoriale verso temi che sono importantissimi.

Un ringraziamento particolari ai nostri prestigiosi ospiti e al direttore che li modererà.

Dal mio punto di vista vorrei solo trarre uno spunto che mi viene da un’iniziativa della scorsa settimana in Valle d’Aosta di cui è stato promotore Giuseppe Argirò, questo Festival delle Energie che si sta ormai consolidando in partnership con il Forum Ambrosetti dove ho colto uno spunto che mi ha molto colpito a proposito dei costi, perché sono vari costi, vari prezzi che andiamo ad affrontare, ed è nato da un dibattito che c’è stato tra Rampini, noto editorialista del Corriere della Sera, e il Generale Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.

E in quel contesto lì mi ha colpito il fatto che in qualche modo si dicesse che negli Stati Uniti d’America, dove è stato avviato un grosso processo di decarbonizzazione, l’amministrazione di sinistra l’ha dovuto bloccare perché questo avrebbe avuto conseguenze a livello geopolitico, nel senso che per poter portare a compimento in maniera significativa e in tempi celeri questo processo di decarbonizzazione questo avrebbe significato mettere nelle mani della Cina un monopolio nella gestione di questo processo tenuto conto che materie prime, terre rare… sono ad appannaggio in percentuale molto significative proprio della Cina.

E quindi di fronte all’alternativa del benessere degli individui, della collettività, della salvaguardia del pianeta da un lato, e la necessità del dover fronteggiare una situazione che a livello geopolitico è sempre più drammatica perché ormai a livello geopolitico il conflitto si sta spostando sempre più verso est, e vede come protagonisti Stati Uniti e Cina essenzialmente come due grandi potenze, si è dovuto in qualche modo prendere questa decisione di arrestare un processo che era stato già avviato.

E questo dal mio punto di vista mi è sembrato un costo della transizione energetica nel senso che è un costo legato all’arresto che potrebbe avere questa transizione.

Per me stasera affrontare questi temi con l’Osservatorio di Riparte l’Italia, con l’ospitalità del Circolo della Corte dei conti, con il sostegno di chi ci consente unitamente al Circolo di essere qui tutti presenti è sicuramente un punto di merito per noi tutti”.

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