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David Ermini (vicepresidente Csm): «Da noi solo critiche costruttive»

Sulla riforma della giustizia il Csm ha presentato «solo critiche costruttive». Parla così il vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura (Csm), David Ermini, che sostiene come il Csm voglia dare «un contributo non emotivo, ma ragionato, sulle criticità della riforma, nel rispetto delle prerogative del Parlamento».

«Il parere ci è stato richiesto dal ministro. E abbiamo fatto di tutto per discuterlo prima che il disegno di legge vada in Aula, per dare un contributo costruttivo al dibattito parlamentare», puntualizza.

Lei condivide il rischio, segnalato dalla sesta commissione, di “drammatiche ricadute pratiche” del combinato prescrizione-improcedibilità sul lavoro delle Corti d’appello?

«Ritengo che possano esserci importanti ricadute pratiche. E i dati contenuti nel parere lo confermano», afferma nell’intervista per Avvenire di Vincenzo R. Spagnolo.

Il “rallentamento” sul parere chiesto dal presidente Mattarella vi è servito per ulteriori valutazioni?

«Inizialmente il parere era centrato sulla prescrizione, diventata negli anni una tela di Penelope: prima la riforma Orlando, poi la controriforma Bonafede, ora la proposta Cartabia. La prescrizione, è bene tenerlo a mente, è una patologia del sistema: per contrastarla non servono solo paletti di legge, ma tante altre misure e risorse, come l’assunzione di più magistrati e funzionari nei tribunali. Ciò detto, giustamente il presidente della Repubblica ha chiesto di esaminare la riforma penale nel suo insieme. E difatti ci sono altri punti delicati, penso ad esempio alla possibilità che il Parlamento dia criteri generale di priorità nell’azione delle procure».

Intanto, alcuni partiti raccolgono firme per i referendum sulla separazione delle carriere e su altri nodi. Cosa ne pensa?

«È uno strumento previsto dalla nostra Costituzione. Ma abroga, non propone. Meglio il lavoro organico del Parlamento, se rapido ed efficace».

Pensa che nel maxi-emendamento del governo ci saranno correzioni di sostanza?

«Non so se ci sarà un accordo nelle prossime ore o nella prossima settimana. Ma sono speranzoso, confido che le forze politiche riescano a trovare un punto d’incontro. Ognuno deve rinunciare a mettere bandierine: non è solo un problema di percepire i fondi europei del Recovery plan, ma di garantire ai cittadini un “servizio giustizia” migliore, con processi più celeri, pene alternative per carceri meno affollate».

C’è un arretrato di milioni di cause che opprime tribunali e Cassazione. Fra cui spiccano i 115mila ricorsi pendenti dei richiedenti asilo, denunciati dal nostro quotidiano. È possibile rivedere le tabelle dei posti nelle sezioni immigrazione, al momento non adeguate?

«Conosciamo il problema, al quale il Consiglio riserva da tempo attenzione. La materia costituisce oggi una sfida fondamentale per la giurisdizione civile».

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