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Andrea Orlando (vicesegretario PD): «Il premier Conte prenda un’iniziativa sulle riforme»

È «comprensibile, sino ad un certo punto, che in un momento come questo si glissi sulle questioni più divisive. Ed è anche ragionevole che si tolga al Mes ogni carica ideologica». Sulla sanità, però, ci vuole «un significativo investimento e se il Recovery dovesse tardare» il tema «di avere un flusso finanziario diventa fondamentale». Così il vicesegretario del Pd Andrea Orlando in un’intervista al Corriere della Sera. Insomma, aggiunge, «può essere sbagliato, in presenza di alternative, dire “O Mes o morte” ma può essere suicida dire “Mai il Mes”».

Riguardo la sanità, spiega, «la via maestra, per me, è quella dell’introduzione a livello costituzionale di un criterio di supremazia dello Stato. Ma nel frattempo si possono e si devono rafforzare gli strumenti che consentano in qualche modo, anche con penalità, di orientare maggiormente le scelte delle Regioni».

Rispetto invece alle critiche di Renzi e Di Maio sulla struttura ideata da Conte per il Recovery afferma: «noi nell’arco di qualche settimana dobbiamo garantire l’utilizzo di quei fondi» la soluzione esterna, quindi, «che in tempi ordinari sarebbe discutibile, in una situazione straordinaria mi sembra una via obbligata». Certo, si dovrà capire come evitare sovrapposizioni con i ministeri, duplicazioni e «forme di accentramento».

Mentre il tavolo sul programma sta dando «risultati accettabili», continua, quello delle riforme «invece è fermo e quindi è inevitabile chiedere a Conte un’iniziativa perché noi abbiamo sostenuto tutte le indicazioni contenute nei 27 punti del programma e siamo stati leali. Adesso chiediamo la stessa lealtà agli altri».

Fra i risultati di questo governo, c’è l’aver conquistato «a livello europeo le risorse necessarie ad affrontare la più grave crisi economica nella storia del Paese». Dopodiché «non ci nascondiamo che su molte cose si stenta. Noi siamo soprattutto preoccupati del fatto che ai dossier che si sono accumulati si possano aggiungere anche quelli che saranno prodotti dal processo di gestione del Next Generation. Questo diventerebbe non tanto uno smacco per il Pd ma un problema per il Paese».

Per il vicesegretario del Pd, aver sovrapposto agli altri il tema del rimpasto di governo è stato un errore che «ha rischiato di rendere meno credibile il percorso del confronto politico-programmatico». Venendo infine ai divieti per il Natale, «tutto può essere affinato», afferma, ma «sarebbe veramente una beffa se il momento dedicato ai nostri cari fosse il momento in cui portiamo loro il virus come dono di Natale».

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