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Massimo Cacciari (La Stampa): «Non esiste alcun pericolo fascista, ma il rischio è la paura»

Massimo Cacciari sulla Stampa spiega perché non vi sia in Italia o altrove alcun pericolo “fascista” all’orizzonte. Le condizioni storiche, sociali, culturali di quel caratteristico fenomeno totalitario (non esiste il totalitarismo, come in genere non esiste alcun “ismo” in nessun campo) non hanno – dice Cacciari – alcun remoto riscontro nella realtà attuale di nessun Paese.

Per citare una sola, stranota, di queste condizioni: il fascismo nel momento della sua affermazione di massa trovò l’appoggio, diretto o indiretto, di settori decisivi dell’industria, della finanza e di apparati dello Stato ad altissimo livello. Nessuna reale potenza oggi ha il benché minimo interesse a sostenere prospettive analoghe.

La “verità di fatto” è che i movimenti che si richiamano a quella tragedia sono farse, per quanto dolorose, che nulla politicamente potranno mai contare, e il cui unico risultato è e sarà quello di ridurre tutto al bianco-o-nero, di impedire ogni seria discussione sull’incredibile susseguirsi di emergenze in cui viviamo e sulla possibilità di affrontarle con spirito democratico.

Nessun fascismo, dunque, sarà nei nostri destini. Il pericolo che cresce quotidianamente è tutto un altro: che la persona scompaia fagocitata dalle paure, dalle avarizie, dalle invidie, dai risentimenti dell’individuo, in cerca affannosamente di chi lo rassicuri, lo protegga, lo consoli – quell’individuo che non riconosce nessuno oltre se stesso e che insieme esige forti pastori – che in nessuno confida se non in chi di volta in volta gli sembra potente abbastanza da servire al proprio individuale interesse.

Se le forze e le culture politiche si divideranno nella rappresentanza di queste pulsioni dove finiremo nessuno lo sa o può dirlo, ma certo sarà un regime che assolutamente nulla ha a che fare con i mantra democratici che continuiamo a ripetere.

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