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Emma Bonino (leader +Europa): «Una donna al Quirinale? Non io, il mio tempo è passato»

«Una donna al Quirinale. Non io, il mio tempo è passato». A dirlo è la leader di +Europa, Emma Bonino, che commenta e analizza i maggiori temi legati alla prossima elezione per il Quirinale, dal possibile bis di Mattarella, la candidatura di Draghi, fino alla nomina di Berlusconi che anche Bonino valuta come improbabile per mancanza di voti.

Non crede sia un paradosso che tutti stimino Draghi e nessuno lo candidi?

«Io stimo moltissimo Draghi, sono tra coloro che lo hanno voluto a Palazzo Chigi e lo hanno sostenuto. Ovvio che sarebbe un eccellente presidente della Repubblica. Come dimostrano gli stessi delegati regionali, all’elezione per il Quirinale il voto segreto è pieno di insidie e le promesse di sostegno si possono squagliare velocemente, magari da parte dei parlamentari che temono le elezioni. Insomma, timeo Danaos et dona ferentes (“temo i Danai anche quando recano doni”, ndr). Questa massima l’ho scritta a Draghi nel biglietto di auguri natalizi che gli ho mandato», dice in un’intervista di Giovanna Casadio su la Repubblica.

Quindi no Draghi al Colle?

«Draghi faccia l’ennesimo servizio al Paese e rimanga a fare il premier a Palazzo Chigi. Comunque la nostra federazione +Europa/Azione, che abbiamo formalizzato l’altro ieri, conta 5 voti che difficilmente saranno decisivi».

Ma il Quirinale non era la destinazione naturale dell’attuale premier?

«Vede, per me la scelta di Draghi premier non è stato un passo indietro della politica, ma un passo in avanti: abbiamo saputo scegliere l’opzione migliore in un momento critico, mettendo insieme una maggioranza che sembrava impossibile. In questo momento Draghi garantisce che si prosegua con le riforme per il Next Generation Ue e si negozi dentro l’Ue una revisione equilibrata del Patto di Stabilità. Non so se il Quirinale sia la sua destinazione naturale: per quel che mi riguarda posso dire che lo sosterrebbe come Premier in questa legislatura e lo sosterrei anche per la prossima. Così come lo vedrei ai vertici politici della Ue».

C’è, o potrebbe esserci, un nome condiviso per la presidenza della Repubblica?

«Se ci si riesce meglio. Anche se un patto di legislatura, come tanti invocano, cozza con il fatto che sulla legge di bilancio in troppi hanno scelto la propaganda. Un premier che non fosse Draghi fatico a vederlo reggere».

Teme una conta a colpi di scontri su maggioranze quanto mai incerte?

«La Costituzione prevede che se non c’è una maggioranza ampia si passa alla maggioranza semplice. In sé non c’è uno scandalo ad eleggere il capo dello Stato a maggioranza. Questo probabilmente segnerebbe la fine della legislatura ed elezioni anticipate o un governo ballerino in un momento in cui l’Italia avrebbe bisogno di una guida sicura, per la pandemia, per l’economia e per il suo ruolo in Europa, da dove sempre più vengono le scelte decisive». 

Lei si è sfilata dalla sfida dopo essere stata la prima donna candidata al Quirinale.

«Ringrazio tutti quelli che pensano a me, da Roberto Saviano a Carlo Calenda a tutti i militanti che mi scrivono…ma credo proprio che il mio momento fosse anni fa, è passato. Certo, io mi candidai pubblicamente: penso che altri lo potrebbero fare oggi».

Speriamo che sia femmina, resta il suo augurio per il Colle?

«Dovrà essere prima di tutto una persona adatta al ruolo. E io penso che vi siano donne adatte al ruolo, prima di tutto. E poi in grado di dare un messaggio forte a tutte le italiane: anche da noi essere donna non pub essere un ostacolo a ricoprire ruoli di primo piano; cioè che nulla è (più) precluso. Per chi come me si è battuta decenni fa per i diritti e la parità di genere sarebbe un bel punto di svolta».

Berlusconi insiste a candidarsi, è l’ostacolo principale a intese trasversali?

«Non so se sia un ostacolo o meno e non so se la sua sia una mossa tattica. Certo, io però chiederei a Meloni e Salvini se davvero lo considerano il proprio candidato o lo subiscono. Comunque, non penso avrà i voti».

Mattarella bis, forzando Mattarella?

«Forzare Mattarella non ha senso. E Mattarella non si lascerà forzare».

Cartabia o Amato sono nomi che le piacciono?

«Entrambi».

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