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Patrizio Bertelli (AD Gruppo Prada): «L’Italia è divisa in due, chi lavora nonostante tutto e chi ancora non ha capito»

“Qualcuno crede di essere immune, non so, forse perché è di categoria sociale elevata. Ma borghesia non significa No Covid”: a pochi giorni dalla ripresa delle regate per la finale di America’s Cup, Patrizio Bertelli, amministratore delegato del Gruppo Prada e patron di Luna Rossa Prada Pirelli, parla in un’intervista a GQ Italia dell’emergenza sanitaria, che ha anche ritardato la competizione velistica a Auckland.

“Ci sono – dice Bertelli – due Italie. Quelli che lavorano in fabbrica, negli ospedali e ovunque, e una marea di gente che non ha ancora capito. La settimana scorsa a Forte dei Marmi i bagni erano pieni di gente senza mascherina e nessuno è intervenuto,  immagino per questioni politiche. E infatti l’Rt in Toscana è salito”.

“Ho molto rispetto per gli stilisti perché impattano sul costume, ma il mio calarmi nella moda è cercare di renderla accessibile. Con Miuccia siamo d’accordo che la moda non debba essere elitaria”.

“Abbiamo sdoganato – prosegue Bertelli – una libertà nel costume. Oggi le persone possono andare in via Monte Napoleone in tuta e con le sneakers. Io non ho vestiti. Non ho niente. Ho solo camicie bianche e pantaloni blu. Il mio armadio è limitatissimo. Venti pezzi in tutto. Avrò due vestiti e uno smoking per necessità, due cappotti. In fabbrica metto il gilet. Mi viene comodo perché posso prendere bene le penne. Dico sempre che mi vesto al buio, senza accendere la luce”.

Nella lunga intervista, Bertelli ripercorre la sua vita, dalla morte del padre quando aveva sei anni, alla storia d’amore  con Miuccia Prada: “Era il 1977. E’ venuta a una fiera del Mipel e mi ha invitato nel suo negozio perché voleva comprare prodotti nostri. Ci siamo scambiati un po’ di idee e ci siamo rivisti per lavoro tante volte, poi abbiamo cominciato a relazionarci. Tutti pensano che non si vada d’accordo, invece arriviamo allo stesso risultato da strade diverse. Siamo complementari, ma integrati, anche nella contrapposizione. Solo che lei è più riflessiva, io sono più incosciente”.

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