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Auto, ecco la mappa della crisi: l’Europa è il mercato più debole

La pandemia ha cambiato i rapporti di forza economici su base geografica. Il mercato automobilistico internazionale si sta spostando in tre direzioni, rendendo più complessi i tentativi dei principali attori del settore di riprendersi dalla peggiore crisi degli ultimi anni. Il Paese che mostra maggiore ripresa nel comparto è la Cina. I dati illustrano invece che le immatricolazioni statunitensi continuano a essere in contrazione. Parallelamente, l’Europa si configura come il mercato automobilistico con le prestazioni più deboli al mondo. Questa ripresa asimmetrica sta accentuando le difficoltà di un settore che stava già osservando un rallentamento della domanda e un incremento dei costi della tecnologia, prima dell’avvento della pandemia di coronavirus. Sebbene la domanda debole, soprattutto in Europa, spinga molti produttori a unire le forze, la ripresa in Cina li sta aiutando con delle performance più solide. I nuovi dati sulle vendite di Bmw illustrano la nuova mappa del mondo automobilistico.
In Cina, il produttore di auto di lusso ha venduto 212.617 veicoli nel secondo trimestre, che equivale a un 17% in più rispetto a un anno prima. Nello stesso periodo, le immatricolazioni hanno mostrato un calo del 40% negli Stati Uniti e del 46% in Europa. Gli esperti di Lmc si aspettano che il mercato cinese delle nuove auto subisca una contrazione dell’11% a 22,8 milioni di veicoli, contro il calo del 22% negli Usa a 13,3 milioni di unità e del 24% in Europa a 15,7 milioni di veicoli. Lo scenario si presenta diverso rispetto a un anno fa, quando i produttori globali con grandi investimenti in Cina, come Volkswagen e General Motors, stavano facendo i conti con un rallentamento della domanda nel mercato asiatico e con un aumento dei costi per il passaggio all’elettrificazione. Ora, dopo essere stata colpita per prima dalla pandemia e dalla conseguente recessione, la Cina si presenta anche come il primo attore a emergere dalla crisi. Ad aprile, la Cina è quasi tornata ai livelli di vendita precedenti alla crisi, con uno slancio del 6% a maggio rispetto allo stesso periodo del 2019.
Negli Stati Uniti, i produttori di auto hanno registrato notevoli cali delle vendite del secondo trimestre, nonostante le agevolazioni e i finanziamenti a basso costo. General Motors ha registrato una flessione del 34% delle vendite di aprile, ma ha osservato una ripresa della domanda a maggio e giugno. Toyota ha subito un calo di un terzo delle vendite statunitensi, mentre la contrazione per Fiat Chrysler Automobiles si è attestata al 39%.
In Europa, le vendite di nuove auto di maggio sono diminuite del 57%, ma mostrano comunque un miglioramento rispetto al crollo del 78% di aprile, quando le immatricolazioni di nuove auto nel Regno Unito, in Spagna e in Italia sono state quasi inesistenti. Nonostante questo, la performance ancora debole di maggio suggerisce che l’Europa sarà l’ultimo attore a emergere dalla crisi, nonostante abbia promosso la ripartenza prima degli States. Acea, l’associazione dei produttori automobilistici europei, ha recentemente tagliato le previsioni per il 2020, sostenendo che le nuove vendite nel blocco vedranno un calo del 25%, con vendite inferiori a 10 milioni di veicoli. Gli analisti ritengono che ci vorranno diversi anni per ripristinare i livelli pre-pandemia, un rallentamento che implica che qualunque produttore che dipenda dal mercato europeo potrebbe andare incontro a maggiori difficoltà di ripresa rispetto ai competitor con una forte presenza in Cina o negli Stati Uniti.

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