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Andrea Gavosto (direttore Fondazione Agnelli): «Investire in innovazione didattica e formazione degli insegnanti sia obiettivo del Recovery Plan»

Più del 23% degli insegnanti possiede ottime capacità di svolgere al meglio la tradizionale lezione dalla cattedra, che invece viene svolta in modo inadeguato da circa il 17% dei docenti, con il restante 60% che si colloca a un livello medio e ha importanti margini di miglioramento. Sono questi i dati raccolti da un’indagine realizzata da Fondazione Agnelli e Invalsi, che ha visionato la didattica nelle scuole primarie e medie, scattata dalle Osservazioni in classe.

Un campione di oltre 1.600 insegnanti di italiano e matematica di 207 istituti comprensivi in tutto il Paese, visionati grazie a 188 “osservatori”. Dall’indagine realizzata risulta che gli insegnanti della scuola primaria sono “mediamente più virtuosi” dei professori delle medie: il 34% si colloca nella fascia di eccellenza nel fornire agli allievi indicazioni sulle strategie e i metodi da seguire (9% in più delle medie, dove sono il 25%). Gli insegnanti di matematica sono mediamente più efficaci dei loro colleghi di italiano (33% contro il 25%). Così come spiegato dal direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto.

«Non sono pochi gli insegnanti italiani che nel lavoro quotidiano in aula dimostrano ottime capacità didattiche. Lo conferma anche Osservazioni in classe, la ricerca che presentiamo oggi, secondo la quale una percentuale fra il 25 e il 30% degli insegnanti del primo ciclo (primarie e secondarie di primo grado) riesce a offrire in modo assai efficace alle proprie classi spiegazioni strutturate e strutturate proposte di attività, favorendo gli apprendimenti, l’elaborazione attiva e consapevole dei saperi, l’autonomia. Tuttavia, ciò ancora non basta. Se vogliamo un salto di qualità negli apprendimenti degli studenti del nostro Paese, in ogni grado scolastico, è necessario uno sforzo energico per migliorare le capacità didattiche del maggior numero possibile di docenti, portando a livelli elevati sia quanti oggi non vanno oltre una decorosa sufficienza sia i futuri neoassunti. Investire in innovazione didattica e formazione degli insegnanti deve essere un obiettivo del piano italiano in vista di Next Generation Eu».

Gavosto sottolinea che «in Italia ai professori delle scuole medie e delle superiori è stata sempre e soltanto richiesta una buona conoscenza della disciplina, mentre poca attenzione è stata data alla formazione didattica, oggi ridotta veramente ai minimi termini. Un errore che anche nei mesi di lezione a distanza durante la pandemia ha avuto effetti negativi. Un’anomalia italiana che colpevolmente continua a ostacolare i nostri studenti nello sforzo di colmare i divari di apprendimento che li separano da tanti loro coetanei in Europa e nel mondo».

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