Dodici decreti leggi in cinque mesi e un numero ancora superiore di Dpcm, a cui si aggiungono varie ordinanze e task force: il governo per fare fronte all’emergenza Coronavirus, sanitaria ed economica, ha deliberato una raffica di provvedimenti arrivando a mettere in campo 100 miliardi, tutti in deficit.
Il prossimo tassello sarà la legge di Bilancio in autunno. La prima volta che il governo dichiara lo stato di emergenza è il 31 gennaio e da lì per tre settimane a muoversi è la Protezione civile e il ministero della salute.
Il 23 febbraio arriva il primo Dpcm e il primo decreto legge: riguardano i Comuni delle Regioni Lombardia e Veneto.
Il giorno dopo è il ministro dell’Economia a intervenire per sospendere tutti gli adempimenti fiscali per chi abita e lavora in questa parte d’Italia.
Neanche 24 ore e il premier Giuseppe Conte deve firmare un nuovo Dpcm, cui seguirà il decreto legge cosiddetto “zone rosse”: si tratta del primo “necessario supporto” economico – recita il comunicato della presidenza del Consiglio – ai cittadini e alle imprese che affrontano problemi di liquidità finanziaria.
Ma non basta, arriva il lockdown e con la chiusura di scuole e aziende il governo decide di mettere in campo nuove misure e vara il dl Cura Italia.
Insieme ai provvedimenti economici, a Palazzo Chigi si susseguono anche decreti legge sulla Giustizia (dl carceri e dl boss) e sulla scuola e sulle elezioni: quelle regionali avrebbero dovuto tenersi a maggio ma a causa dell’emergenza si decide di rinviarle a settembre.
Ma dove trovare le risorse?
L’Esecutivo nell’arco di pochi mesi sceglie di chiedere per tre volte l’autorizzazione al Parlamento allo scostamento di bilancio: in tutto a disposizione arrivano 100 miliardi con una prima tranche da 20, una seconda da 55 e l’ultima – quella che finanzia il dl agosto – da ulteriori 25.
Sono tutti provvedimenti corposi ma il più ‘pesante’ è il Dl Rilancio che conta 266 articoli: dalla gestazione difficile, viene approvato in Cdm il 13 maggio, con quasi un mese di ritardo rispetto agli annunci.
Numerosi si succedono anche i dl Covid: ci sono quelli della fase 1, della fase 2 e della fase 3.
Chiesti a gran voce dal Parlamento, affiancano i dpcm e danno loro una cornice giuridica.
Proprio nel corso dell’esame dell’ultimo, in commissione alla Camera, è stato chiarito che non si potranno più decidere lockdown nazionali utilizzando la sola strada dei decreti del presidente del Consiglio. Una precisazione che serve appunto a garantire il ruolo delle Camere anche nei momenti concitati di eventuali nuove emergenze sanitarie.