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Matteo Maria Zuppi (cardinale): «Papa Francesco : la porta della pace è stretta ma non c’è altra soluzione»

«Papa Francesco ha avuto grande coraggio nel dire: sono pronto ad andare a Mosca e parlare con Putin». Lo dice l’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Maria Zuppi.

Le reazioni non sembrano molto incoraggianti, eminenza.

«Guardi, sono perfettamente consapevole della distanza enorme tra le due situazioni. Ma per chi cerca la pace, lo schema si ripete. E quando, con Sant’Egidio, cominciammo le trattative per porre fine alla guerra civile in Mozambico, ogni volta all’altra parte sembrava un tradimento. Parli con la Renamo, la resistenza, e sei complice. Parli col governo, e sei complice», sostiene in un’intervista rilasciata a Gian Guido Vecchi per il Corriere della Sera.

Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, sa che chi cerca la pace si ritrova ad affrontare, evangelicamente, una «porta stretta». Ma «non esiste altra strada», scandisce.

Perché?

«Perché altrimenti l’unica soluzione è quella della guerra, il riarmo. Ma è una soluzione terribile, imprevedibile, sciagurata. Da evitare in tutti i modi. La guerra diventa un piano inclinato, e si riproduce. Rischia di coinvolgere potenze nucleari. Tutto per arrivare a una eventuale vittoria. Qual è il prezzo?».

Si parla spesso del ruolo delle religioni. Ma i cristiani sono divisi, in particolare il mondo ortodosso. Francesco, parlando al Corriere, è stato chiaro. Ha spiegato di aver detto a Kirill: «Fratello, noi non siamo chierici di Stato».

E la risposta del Patriarcato di Mosca è assai risentita…

«Se le chiese si sono rivelate deboli, a maggior ragione c’è necessità di dialogo, di rafforzare il senso dell’essere cristiani. Il Papa ha detto: io sono un prete».

E i toni da cappellano militare di Kirill?

«Qualcuno parla di fallimento dell’ecumenismo, e certo in questi giorni se ne vede la debolezza. Ma non è stato un equivoco, l’ecumenismo. Semmai si dimostra che dovevamo farlo di più. Trovare tra le chiese il comune “non uccidere”, i princìpi del Vangelo, la forza per vincere la logica del male che scatena la guerra. La via del dialogo, la convinzione comune di fermare questo massacro. Poi ci saranno tanti modi per ricostruire quello che la guerra ha creato. Il Papa ha parlato con chiarezza, come dev’essere tra fratelli».

Ma come si fa a fermare una guerra di invasione?

«Il conflitto coinvolge tanti. C’è bisogno di un grande sforzo, una visione ampia. Creare un tavolo di negoziato che coinvolga tutti gli attori, diretti e indiretti».

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