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Zelensky ha capitalizzato la fragilità dell’Europa | L’analisi

“Promossi. Qualcuno addirittura con lode. L’Europa ha passato il severo esame di Zelensky: le democrazie non sono tentennanti, pacifiste, o peggio ancora collaborazionisti mal travestiti”. Così Domenico Quirico sulla Stampa dove definisce i leader occidentali “generosi samaritani”: “Tutti – scrive – hanno pagato la tassa necessaria per non finire impancati da Kiev nel girone dei cripto putiniani, quindi all’indice, condannati , maledetti. Dal viaggio europeo del presidente ucraino solo gli ingenui in modo irrimediabile vaticinavano chissà quali aperture al dialogo e alla tregua.

Quello che è sbalorditivo è il modo repentino con cui è cambiato il tono, l’atteggiamento della Guida suprema ucraina nei confronti dei suoi interlocutori che rappresentano, bene o male, una quota della potenza (economica) del mondo. Preistorici i tempi in cui Zelensky ripeteva quel suo nitido piagnisteo: siamo schiacciati dal destino, siamo la vostra prima linea, dateci armi…

Alla vigilia della Controffensiva – sottolinea Quirico – è arrivato il momento di struccarsi e togliersi il costume del questuante. Come si spiega questa stupefacente inversione dei ruoli: l’ex questuante sull’orlo della catastrofe personale e collettiva del febbraio dello scorso anno che ora detta, ordina, corregge, padrone dei suoi indispensabili benefattori? E i generosi samaritani che hanno vuotato arsenali e intristito i bilanci che si affannano a non chieder nulla in cambio, che rifiutano perfino di dare consigli per timore di esser bollati come apostati?

La risposta è nella debolezza di coloro che hanno fatto corona al visitatore ucraino, nella loro coda di paglia. Zelensky ha capitalizzato questa fragilità. Tutti in Europa hanno bisogno della guerra combattuta dagli ucraini per tamponare consensi in discesa, coprire con infettivo entusiasmo di crociata giusta impicci interni, nutrire di altra biada opinioni pubbliche scettiche e severe, garantire legittimazioni internazionali zoppicanti.

«Aiutiamo l’Ucraina contro l’assalto del nuovo Hitler» ripetono in coro, che volete di più? E così si tira avanti, si posticipano i malumori. Insomma – conclude – niente eroismi democratici, sono in corso nei governi europei semmai i soliti lavori di bassa lega”.

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