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Alessandro Spada (presidente Assolombarda): «Gli aiuti fanno sopravvivere, ma non sono la soluzione»

È necessario un intervento dell’Europa. Per ora «gli aiuti» presenti nella manovra di bilancio «ci aiutano a sopravvivere, ma non sono la soluzione». Ad affermarlo è il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, in un’intervista al Corriere della Sera.

Pur apprezzando il fatto che il governo Meloni abbia «accolto le richieste delle imprese di concentrare gli sforzi della manovra sull’energia», a cui sono destinati 21 sui 34 miliardi totali, con l’azzeramento degli oneri di sistema, la riduzione di Iva sul gas e il meccanismo del credito d’imposta per il primo trimestre 2023, ciò che davvero serve, per Spada, è un intervento dall’Europa, «incapace di fissare un tetto al prezzo del gas, per difendere la nostra industria manifatturiera, mentre l’America vara 369 miliardi per le aziende con l’inflation Act».

Per sostenere le imprese lombarde, avverte, «devono ripartire gli investimenti per l’indipendenza energetica. Bisogna portare a termine il rigassificatore di Livorno, opera fondamentale per non vanificare l’acquisto di due navi gasiere. Ravenna è più avanti, ma Livorno è in fase di stallo». E «senza i rigassificatori si mette a rischio la nostra capacità energetica».

In passato, osserva il presidente di Assolombarda, «l’Italia non si è data una politica energetica. Se oggi abbiamo un’inflazione al 12%, per oltre due terzi è dovuta ai rincari dell’energia, che è un tema di sicurezza nazionale. Perciò dobbiamo evitare gli errori del passato, aprirci a un mix di fonti diverse, incluso il nucleare». Del resto, «se l’Italia vuole arrivare alla neutralità delle emissioni entro li 2050, è imprescindibile».

Servono fortissimi investimenti, «ma la politica energetica è fondamentale per la crescita». E tempi lunghi: «Con il nucleare di taglia ridotta gli investimenti sono modulabili in pochi anni». Ma poi dove si costruiscono gli impianti, se si dice no anche a un rigassificatore? «In Francia ci sono 58 centrali nucleari; nel porto di Barcellona c’è un grandissimo rigassificatore; eppure, non impatta sul turismo. Dire no non porta da nessuna parte. Dobbiamo cambiare mentalità, è ora che questo Paese metta in atto politiche proattive».

Circa le misure per rilanciare l’economia, dice poi Spada, «sul cuneo fiscale ci aspettavamo più coraggio. Il taglio attuale è insignificante per i lavoratori: abbiamo calcolato circa 46 euro lordi al mese sui redditi più bassi». Questo intervento «fa molto poco per spingere i consumi. Chiedevamo 16 miliardi, di cui due terzi a favore dei lavoratori con reddito annuo sotto i 35 mila euro, più soldi in tasca ai lavoratori hanno ricadute anche sulle imprese».

Quanto al reddito di cittadinanza, «è stato un errore ritardarne la chiusura: bisognava accelerare sulle politiche del lavoro e intervenire subito sul reddito di sussistenza». E sulla flat tax, «dovrebbe servire per fare assumere i giovani». Per il presidente di Assolombardia, «serve una proposta choc: un’aliquota al 5% per 5 anni per chi assume persone sotto i 35 anni. Allo stesso tempo bisogna allungare la vita lavorativa, per effetto del calo demografico, altro che quota 103».

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