«Le trombosi riguardano la coagulazione del sangue. Interessano le vene profonde della gamba e dei polmoni, colpiscono in Italia 60 mila persone all’anno, con un’incidenza di un caso su 1000». Così dice, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ematologo Pier Mannuccio Mannucci che definisce la patologia cardiovascolare «comune». A differenza delle «trombosi venose cerebrali sono invece un fenomeno molto più raro, un caso ogni 1-2 milioni di abitanti» quindi «non c’è nessun rapporto con ictus e infarto, che sono trombosi delle arterie».
Tuttavia, osserva Mannucci, «colpisce il fatto che una forma di trombosi già rara di per sé, segnalata in persone che avevano ricevuto il vaccino, sia associata a emorragie causate dalla diminuzione di piastrine. È una circostanza che in tanti anni non avevo mai osservato. Proprio la diminuzione delle piastrine ha generato il sospetto di un possibile legame con la vaccinazione in Germania, 31 casi su 2,7 milioni. È un fenomeno nuovo da investigare. In Gran Bretagna ci sono stati 30 casi su 18 milioni di vaccinati con AstraZeneca: l’incidenza delle trombosi rare non è aumentata».
«Noi per il momento aspettiamo le indicazioni di Ema. Non ci sono elementi per far una scelta del genere. I benefici di AstraZeneca superano di gran lunga i rischi: il Covid è un pericolo infinitamente superiore», conclude l’ematologo.