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Quattro proposte per la ripartenza dello Sport

Dopo 200 giorni da quando è nata la piattaforma digitale www.ripartelitalia.it e il relativo think tank magazine, l’Osservatorio Riparte l’Italia ha deciso di mettere insieme le idee e i suggerimenti di oltre 500 esponenti della società civile e di elaborare, sulla scia di tali considerazioni, 100 proposte per l’Italia, raccolte in un unico paper.

Vi proponiamo le nostre proposte divise per argomenti, in modo che sia più facile navigarle, consultarle e approfondirle, corredando le singole proposte con il testo del capitolo di riferimento presente nel Paper, scaricabile qui.

Le Quattro Proposte per lo Sport presentate dall’Osservatorio Riparte l’Italia:

  1. Dar vita a un nuovo umanesimo sportivo
  2. Promuovere lo sport come momento di socialità e aggregazione oltre che come settore economicamente rilevantissimo
  3. Tutelare chi opera nell’ambito del semiprofessionismo e salvaguardare, con specifiche misure di sostegno, lo sport dei Comuni
  4. Investire in grandi eventi sportivi che valorizzino il sistema italiano promuovendolo a livello globale

Nell’ambito dell’articolato mondo dello Sport sono germinate, a vari livelli, proposte volte a delineare una visione globale della ripartenza del sistema Paese.

È un mondo messo a dura prova dalla Pandemia, che ha condotto alla sospensione

di molte attività e competizioni e, di conseguenza, a perdite economiche gravissime. Non solo. La perdita è avvenuta altresì a livello di partecipazione degli individui, che attiene in primis a importanti momenti di condivisione e di benessere, agli eventi sportivi.

Nel contesto della piattaforma si è riflettuto significativamente sul calcio, con considerazioni che si prestano a essere mutuate negli altri comparti sportivi; si è posta in luce, in particolare, la necessità di una progettualità che superi le contingenze.

Gabriele Gravina, Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ha svelato il suo sogno: «Il mio sogno nel cassetto è arrivare in tempi rapidissimi ad un percorso di riforma… ad una nuova cultura sportiva. Quello che ho sempre chiamato il nuovo umanesimo del calcio italiano, e per farlo dobbiamo acquisire una nuova cultura dello sport che ci deve far capire quanto sia importante ridisegnare e riprogettare il nostro mondo, senza essere più ancorati al nostro piccolo orticello che ne ha bloccato la crescita». «C’è una esigenza importante che è quella di riscoprire una idea e cultura diversa del mondo dello sport – ha ribadito Gravina – noi abbiamo sempre vissuto lo sport come un gioco ed è giusto che lo sia, è fondamentale la sua dimensione ludica, ma da oltre 20 anni lo sport ha anche una sua rilevante dimensione economica.

Non sempre chi approccia a questo mondo riesce a centrare il tema e l’impatto dei suoi risvolti economici all’interno del nostro paese e non solo».

Ha in particolare posto in luce l’attenzione del governo nei confronti dello sport: «Il mondo del calcio ha riconquistato un ruolo centrale all’interno del panorama politico del nostro paese. (…) ci siamo confrontati su tanti temi, tra cui uno, cui tengo in maniera particolare, è il semiprofessionismo, non solo per il calcio, per dare stabilità a tanti sport. Sarebbe l’occasione per dare un modo di sistemare alcune contraddizioni» (14 giugno 2020).

Osservazioni e riflessioni sul mondo del calcio professionistico giungono pure da Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro. Spiega Ghirelli: «1) Noi del calcio della Serie C siamo uguali a tanti settori dell’Italia, siamo uguali alle altre discipline sportive, ai comparti produttivi, alle aziende dell’entertainment. 2) Noi siamo radicati nel sociale e, quindi, siamo impegnati a dare una mano a tanti che soffrono, a quelli che sono preoccupati dall’incertezza che li avvolge. Offrire novanta minuti di svago, mezz’ora per divagarsi, alleviare per qualche minuto la tensione, vi sembra poco? No, fa parte del nostro essere il calcio che fa bene al Paese. 3) Noi siamo quelli della cassa integrazione, da noi ci sono calciatori che hanno emolumenti normali e, quindi, capiscono di più e meglio i problemi delle persone della porta accanto.”

“Per noi della Serie C – termina Ghirelli – la salute viene di gran lunga al primo posto nelle priorità e su questo non consentiremo alcun compromesso, così come finché ci sarà consentito giocheremo, sapendo che lo facciamo non a rischio zero. Il pericolo del rischio si attenua essendo sempre rigorosi nel rispettare il protocollo sanitario» (26 novembre 2020).

In questo stesso ordine di idee si inscrivono le osservazioni di Francesca Buttara (Lega Pro): «L’Italia del pallone non conta unicamente le grandi squadre d’élite.

Accanto a queste, lungo lo stivale d’Italia, corrono decine di squadre che fino a poco tempo fa riempivano la vita della provincia italiana. È il cosiddetto calcio dei comuni d’Italia, quello che raggruppa 60 club sotto la guida della Lega Pro di Francesco Ghirelli. il calcio non è solo agonismo, né solo un settore produttivo del paese, ha anche un importante valore sociale. Il calcio di Serie C da sempre ha una spiccata connotazione sociale. Toglie i ragazzi dalla strada e li porta in campo, una palestra di vita. Forma, educa, aggrega, include, insegna. Per permettere alle squadre di Lega Pro di poter esercitare questo compito, è necessario sostenerle e traghettarle al di là della crisi. Non è possibile fare a meno dell’aiuto del Governo.

Servono misure che vadano ad alleviare il carico fiscale al quale le società sono sottoposte, contributi a fondo perduto per affrontare le spese sanitarie, l’accesso a finanziamenti per immettere liquidità nel sistema. Salvare le squadre di Serie C vuol dire mettere in sicurezza posti di lavoro, permettere al territorio di crescere economicamente e alle comunità di poter contare sul calcio quale strumento di sviluppo sociale. Restituire al calcio il suo significato più profondo è la sfida alla quale siamo chiamati, tutti, a contribuire» (29 novembre 2020).

La ripartenza del mondo dello sport abbisogna di visione e di investimenti sui grandi eventi sportivi.

Presto saranno presentati budget e progetto per l’Universiade, la Para Universiade e gli Special Olympics a Torino. «Sarebbero un segnale importantissimo – ha commentato il ministro dello sport e delle politiche giovanili, Vincenzo Spadafora, in un’intervista al Corriere Torino – e il progetto che sta prendendo forma, di cui ho avuto modo di parlare con la sindaca Appendino e anche con i componenti della cabina di regia, è davvero innovativo”. Sulla candidatura del capoluogo piemontese alle Universiadi del 2025, Spadafora spende parole di buon auspicio: “Sogno che si possa concretizzare e realizzare al meglio, con costi contenuti e con una eccezionale eredità per il territorio: un impatto di carattere sociale, strutturale e sostenibile – spiega il ministro – la candidatura non potrà che tenere conto dei cambiamenti emersi nel periodo del coronavirus: sarà la prima occasione per dimostrare che non abbiamo intenzione di sprecare quanto abbiamo dolorosamente appreso» (10 luglio 2020).

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