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Pier Carlo Padoan (presidente Unicredit): «La crisi non faccia deragliare i piani del Pnrr»

«Questa può essere una crisi politica, ma non dobbiamo permettere che diventi una crisi economica». Lo afferma il presidente di Unicredit ed ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. «Sebbene l’uscita di Draghi comporti inevitabilmente un’incertezza politica, qualsiasi rallentamento degli sforzi per attuare il Pnrr andrebbe a scapito del popolo italiano e dell’economia europea», spiega in una lettera al Financial Times, in cui sostiene che l’Italia non si può «permettere che l’attuale instabilità e l’ulteriore frammentazione politica facciano deragliare gli importanti piani in atto o vanifichino il buon lavoro svolto finora».

«La nuova amministrazione», scrive, «deve andare avanti, non tornare indietro, e invito tutti i leader politici a concentrarsi su ciò che è nell’interesse nazionale. Sotto la guida di Mario Draghi, sottolinea Padoan, «l’economia italiana ha compiuto notevoli passi avanti. La stabilità politica del governo di unità nazionale ha aiutato il Paese a mettere mano alle riforme e a presentare un piano per la ripresa economica».

Il Pnrr sottolinea, «ha previsto un pacchetto completo di riforme e investimenti e la prima tranche di finanziamenti di NextGenerationEu (Ngeu) è già stata messa al lavoro per investire in settori strategici, iniziative di inclusione sociale e creazione di posti di lavoro. Sebbene il piano sia ancora nei primi giorni di attuazione, ha già dato un importante contributo alla ripresa dell’Italia, con una crescita del Pil del 6,6% lo scorso anno. UniCredit», rileva l’ex ministro, «rimane impegnata nel Pnrr, nel sostenere le famiglie e le imprese, nel contribuire a un’economia stabile e funzionante e nel garantire la solidità finanziaria dell’Italia nel lungo periodo».

La crescita, prosegue Padoan, «è al centro della strategia di riduzione del debito dell’Italia. Sebbene sostenere la crescita con stimoli temporanei possa aumentare il deficit di bilancio nel breve termine, ciò è stato fatto entro i confini di una politica fiscale prudente, consentendo investimenti vitali per garantire l’attuazione delle riforme strutturali. Tuttavia, il successo di questa strategia dipende in larga misura dalla capacità del governo di impiegare in modo efficace i fondi del Feg. Per continuare ad attingere a questi fondi, dobbiamo rispettare il calendario e le tappe fondamentali per le riforme stabilite nel Pnrr», conclude. 

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