Fare il punto sulla transizione ecologica, evidenziando i limiti della strategia europea basata solo sull’elettrico che rischia di avere pesanti ripercussioni economiche e sociali.
Sono i temi affrontati da “Mobilita“, il convegno organizzato a Palazzo Lombardia da Federmotorizzazione, la federazione aderente a Confcommercio Mobilità.
Ad aprire i lavori il presidente di Federmotorizzazione, Simonpaolo Buongiardino, che ha sottolineato come le perplessità espresse in passato sull’unica soluzione dell’elettrico erano più che fondate.
“I sostenitori dell’elettrico subito – ha detto Buongiardino – non tengono conto che in 12 anni la tecnologia è destinata a una forte evoluzione e il rischio è quello di creare un disastro”, senza contare che “stiamo facendo tutto questo in Europa, che produce l’8% della CO2 mondiale, mentre la Cina che ne genera oltre il 60% sta realizzando nuove centrali a carbone.
Lo stesso ex ministro Cingolani ha ammesso che si è sbagliato tutto, prima bisognava pensare a produrre energia con fonti rinnovabili”.
“La sostenibilità – ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana – è una delle nostre priorità, il Piano Regionale di Sviluppo tiene infatti conto anche di questo elemento.
Dobbiamo però fare i conti con i fondamentalismi: tutti sono pericolosi, e in Europa, purtroppo, ce ne sono molti.
Non è accettabile distruggere comparti storici per seguire le ideologie, per questo motivo si devono tenere aperte molte porte, non possiamo permetterci che la follia porti a un’unica soluzione”.
Una posizione analoga è stata espressa da Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, intervenuto in collegamento telefonico.
“Non possiamo permetterci – ha evidenziato – di avere un Paese green, con milioni di disoccupati.
I tedeschi hanno lottato per vedere riconosciuti gli e-fuels, noi combattiamo per i biocarburanti, perché il tutto elettrico non significa transizione, ma mettersi nelle mani della Cina.
Senza dimenticare che con i no secchi non si va da nessuna parte, e che gli industriali e il mercato non possono essere ostaggi delle ideologie; un riequilibrio delle scelte è il minimo che possiamo chiedere all’Europa”.
Nella duplice veste di assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia e di vicepresidente dell’Alleanza tra Regioni, Guido Guidesi, riconosce che qualcosa è cambiato rispetto a due anni fa, quando l’unico tema considerato era quello di arrivare velocemente a elettrico, senza confronto.
“Abbiamo presentato a Bruxelles un manifesto di proposta, non contro l’elettrico, ma per raggiungere la piena neutralità tecnologica.
C’è poi il tema sociale: la neutralità piena ci consentirebbe di salvare aziende, mentre un’unica scelta ne farebbe chiudere 50.000″.
Luca Squeri, segretario della X Commissione attività produttive della Camera dei Deputati ha invece sottolineato che se l’obiettivo è la decarbonizzazione bisogna considerare che un quarto del parco circolante italiano è composto da veicoli Euro 3: “per questo motivo sono allo studio nuovi incentivi, non solo per l’elettrico”.
Infine lo studio sulla percezione dell’utente finale, a cura di Format Research, presentato dal presidente Pierluigi Ascani, che conferma come in Italia il limitato interesse per l’elettrico dipenda da fattori economici e culturali.
“L’età media delle auto è attualmente di 9,5 anni, ma il 57,4% degli intervistati non intende cambiare auto nei prossimi due anni (il 12 per cento sì).
Solo il 13,8% comprerebbe un’auto elettrica. Il 34,4% non se la può permettere.
Da questa situazione emerge che il 79,7% degli intervistati sceglie di tenere l’auto attuale, ma anche che chi potrebbe essere interessato a passare all’elettrico ritiene che il prezzo giusto non possa superare i 26.000 euro”.