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Marcello Messori (economista): «Il rischio per il PNRR è che le riforme non incidano realmente sulla burocrazia»

“Esaminare i punti deboli del PNRR di ciascun Paese membro dell’Ue è decisivo per minimizzare le probabilità di incidenti nell’attuazione che potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi di Next Generation Eu, dalla convergenza economica e sociale tra Stati membri all’ambiziosa transizione ecologica e digitale”.

Inizia da questa considerazione l’esame dell’economista Marcello Messori, in un Policy Brief della School of Government della Luiss, sul PNRR dell’Italia.

Tra le criticità del nostro PNRR, Messori cita il rischio che “le riforme non incidano sull’effettivo funzionamento della nostra burocrazia e delle nostra giustizia e sulle strutture di mercato”, rendendo “inefficiente” l’allocazione delle risorse europee. Una tale criticità deriva dal fatto che “molti dei progetti del PNRR italiano, costituiti in genere da una combinazione di riforme e investimenti, sono affidati al Ministero competente per materia. Spesso il Ministero non ha, tuttavia, il compito di attuare direttamente la varia parte dei progetti”. Da qui l’importanza di un “attento controllo, in corso d’opera, della fase di attuazione” in campo a regioni, enti locali e imprese.

Altra criticità è, secondo Messori, “l’insufficiente attenzione ai processi di ‘monitoring’, visto che i centri di sorveglianza oggi operanti effettuano sostanzialmente controlli ex ante e ex post, mentre ritardi e distorsioni d’attuazione andrebbero monitorati in corso d’opera”.

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