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[Viaggio nelle Città] Matera, una delle più antiche città del mondo: ecco come ripartirà

Matera, 60.000 abitanti, dai suoi 400 metri di altezza, guarda i confini verso la Puglia, con la sua storia che nasce dall’età dei metalli. Ciò la fa fregiare del titolo di “una delle più antiche città del mondo”. La sua economia si basa sull’agricoltura, in particolare i cereali, ha un comparto industriale, un famoso artigianato e ovviamente il turismo.

Per parlare della ripartenza di Matera, dopo le ferite inferte dal covid, sia nel campo dell’arte che del turismo, abbiamo intervistato Andrea Santantonio, direttore artistico di IAC Centro Arti Integrate, che opera in tali campi e con vari ruoli ricoperti.

Direttore, innanzi tutto ci racconti Matera.

Matera è una città antica che sa stare al passo con i tempi. Ha vissuto dei momenti profondamente rivoluzionari, gli ultimi, quelli che hanno segnato la vita contemporanea, sono sicuramente lo spopolamento dei Sassi, antichi rioni del centro storico, il riconoscimento a sito UNESCO, e l’anno da Capitale Europea della Cultura.

Ognuno di questi momenti ha segnato un passaggio, non senza lasciare alcune ferite aperte, che ha portato la città agli onori della cronaca. Gli ultimi 10 anni sono stati profondamente segnati dal riconoscimento di Capitale Europea della Cultura. Molte cose sono cambiate per fare spazio ai “cittadini temporanei”, la città è diventata accogliente e ha innescato un processo di produzione di contenuti artistici e culturali.

Il tessuto culturale e la sensibilità dei cittadini è molto maturata, si percepisce una diffusa voglia di restare in connessione con altre città d’arte in Italia e in Europa, la speranza è che anche le istituzioni facciano la loro parte e non si adagino sui riconoscimenti ottenuti.

Come ha affrontato la città la pandemia nei campi delle sue competenze?

Durante i periodi di pandemia la città, per certi versi, è sembrata spegnersi, per altri sembrava si stesse riposando dopo il lavorio degli anni precedenti.

Non è stato facile passare da 100 a 10, decelerare così bruscamente ha fatto temere che gli sforzi fatti potessero vanificarsi in poco tempo. Ma soprattutto le organizzazioni culturali e sociali hanno continuato a dialogare con i cittadini. Ne sono nati progetti interessanti come le registrazioni dei panorami sonori della città durante la pandemia, oppure le offerte di laboratori all’aperto, e ancora le attività rivolte alle persone più fragili.

Una cosa che ho notato è che i cittadini hanno sempre rispettato le norme e le indicazioni, anche quando la situazione si è fatta emotivamente e socialmente pesante. 

Quali sono le sue proposte di ripartenza di Matera, nel campo artistico e turistico?

Più che proposte, racconterei delle azioni che stiamo mettendo in campo con la mia cooperativa, IAC Centro Arti Integrate, ed altri operatori culturali.

Intanto si sta facendo un lavoro per censire e valorizzare spazi all’aperto che prima non erano molto presi in considerazione e che invece possono diventare luoghi con caratteristiche adeguate alla dimensione sanitaria e sociale attuale per ospitare iniziative.

Poi c’è un interessantissimo livello di confronto che è maturato tra le organizzazioni per cui si cerca di ottimizzare il più possibile il lavoro svolto nell’ottica di creare sempre più collaborazione.

La produzione artistica sta resistendo alla tentazione di non piegarsi necessariamente alle esigenze del turismo. È fondamentale che si continui a produrre cultura pensando non a chi sarà semplicemente di passaggio, ma a quanto questi prodotti ed eventi possano far crescere il territorio.

Ci indichi una caratteristica di cui la città va fiera.

Essere una città del sud, con valori e radici forti. E poi, ovviamente, la sua bellezza.

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