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Mario Deaglio (La Stampa): «Il compromesso tra economia e salute è saltato»

“In quest’ultimo miglio, in attesa del vaccino anti-Covid, il ragionevole compromesso raggiunto in primavera-estate tra l’esigenza economica e l’esigenza medica non tiene più”.

Ne parla sulla Stampa Mario Deaglio, il quale ricorda che “i medici avvertono che gli assembramenti di dicembre porterebbero a molti più morti, mentre i rappresentanti delle categorie produttive ricordano che il periodo natalizio è essenziale per la sopravvivenza del sistema distributivo e del nostro apparato turistico. Eliminare le limitazioni attuali significherebbe aumentare fortemente il numero delle vittime del Covid, lasciare tutto com’è ora porterebbe a un numero molto maggiore di disoccupati e di attività chiuse per un periodo indefinito. Chi deve decidere?

Il compromesso tra più morti da un lato e più famiglie in difficoltà dall’altro – secondo Deaglio -, non può essere lasciato ai tecnici ma è un difficilissimo compito dei politici che dovrebbe svolgersi alla luce del sole. Si ha l’impressione, invece, che lontano dagli occhi dell’opinione pubblica si tratti per sensibili ‘ristori’ ai lavoratori autonomi e contemporaneamente ai lavoratori dipendenti in cassa integrazione. Questo porterebbe in Parlamento a un consenso al governo più vasto di quello dell’attuale maggioranza e avrebbe nella società il sostegno del mondo sindacale.

Il pericolo di questa soluzione è quello di dirottare sull’immediato delle risorse da destinare invece alle riforme e alla costruzione di un Paese moderno. Speriamo che la soluzione non si trovi ancora una volta a spese dei giovani, troppo rapidamente esclusi dalle scuole da autorità regionali e comunali che non hanno pensato di organizzare autobus dedicati agli studenti. Per chiudere le scuole, si trovano sempre vasti consensi e c’è chi le vorrebbe tenere chiuse per buona parte di gennaio; per tener chiuse le stazioni sciistiche, studiando adeguati ‘ristori’ il consenso non arriva mai”.   

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