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Marco Zatterin (vice direttore La Stampa): «Il Def indica un percorso credibile ma pieno di rischi»

«Il Def con cui il governo Draghi prova a rimettere in carreggiata l’Italia piegata dalla tragedia pandemica indica un percorso credibile ma è pieno di rischi». Così Marco Zatterin commenta sulla Stampa quanto deciso ieri dal Cdm.

Il piano, scrive, si basa su «una deviazione di bilancio senza pari in Europa, mentre tenta il rilancio scalando una sdrucciolevole montagna di debito, costruendo reti, investendo sulle persone, riformando il riformabile. Può funzionare. I rischi che s’inceppi il motore della ripresa e della lotta alle diseguaglianze sono però immensi. Possono bloccarlo la politica ondivaga, la burocrazia, l’errore umano o una crisi esterna che non ci aspettiamo».

«Per questo si richiede armonia di intenti e unità di animo. Credere ai miracoli può aiutare ma non basterà. Il debito aggiuntivo creato nella tempesta virale è stato di 500 miliardi. È uno scoperto “sostenibile”, ma troppi fattori anche esterni potrebbero trasformarlo in un cappio al collo per le giuste aspettative di riequilibrio economico e sociale».

«Tutti questi denari devono essere il combustibile della nuova normalità italiana. Opera immane. Se l’evoluzione sarà quella auspicata, e se il moltiplicatore degli investimenti nutriti con le casse nazionali ed europee darà i frutti auspicati, il rapporto fra deficit e Pil tornerà sotto il 3% nel 2025. A quel punto, la famigerata soglia di virtuosismo contabile potrebbe essere resa obsoleta dalla riforma del Patto di stabilità».

«Sino ad allora, però, resta il riferimento per capire la temperatura delle casse del Tesoro. Una volta archiviata la pandemia, disavanzo e debito non potranno non essere tagliati. Sta nei fatti che, di qui al 2025, può succedere di tutto. Al netto degli choc internazionali, l’evento chiave sono le elezioni attese nel 2023, in vista delle quali è scontato l’assalto alla diligenza. Per farla breve, nel futuro prossimo dell’Italia ci sono tanti rischi quanti tipi di farfalle in Brasile».

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