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Marco Tarquinio (Avvenire): «La nostra è una Chiesa che sta per strada»

Marco Tarquinio su Avvenire commenta la nomina del cardinal Zuppi al vertice della Cei. “Il posto dei cristiani da duemila anni e più è la strada. Sì, è vero, ce ne sono anche altri di posti che i cristiani hanno costruito, che custodiscono e sentono loro.

Eppure, è un fatto: l’unico posto che Gesù ha consegnato a chi gli vuol star dietro è proprio la strada. Ogni strada del mondo. Ma mai da soli, sempre almeno in due. E con un mandato deciso: andare incontro, e avere una Parola da dire.

Matteo Maria Zuppi, vescovo e cardinale, nuovo presidente della Cei, l’ha scandito in modo piano e limpido, ieri, nelle prime dichiarazioni dopo la nomina del Papa, seguita alle tre indicazioni dell’Assemblea dei vescovi italiani.

«La nostra è una Chiesa che sta per strada, che cammina insieme, che vuol raggiungere il cuore degli uomini e delle donne, e che parla a tutti nell’unica lingua universale: l’amore».

Abbiamo bisogno di questa luce gentile e profonda, di questa misura spirituale e umana – scrive Tarquinio – mentre sembra trionfare la dismisura violenta e assassina della guerra che fa a pezzi incessantemente il mondo e ora, di nuovo – sotto i nostri occhi, senza che possiamo distogliere lo sguardo – anche la terra d’Europa.

Abbiamo bisogno di questa luce gentile e tenace mentre gli artigli del Covid continuano mietere vite al ritmo di cento al giorno in Italia (e moltissime di più agli altri capi di un pianeta ancora colpevolmente diseguale) persino ora che nel nostro emisfero torna a trionfare la bella stagione.

Il neopresidente della Cei parla di «due pandemie», guerra e Covid, e dice – all’unisono con papa Francesco e col suo predecessore, il cardinale Gualtiero Bassetti – che sono colme entrambe di sofferenze e di «insensatezze».

Solo la luminosa generosità delle persone di pace e di solidarietà, che si annida anche nelle notti più nere, ci aiuta a resistere al fascino perverso della guerra come atroce continuazione della politica e all’illusione di salvarsi da soli.

Don Matteo, il cardinal Zuppi, crede e sa che questa luce gentile forte è luce di Cristo. E tutti noi, «compagni di strada consapevoli o inconsapevoli», possiamo renderci conto che annuncia l’alba e fa vedere il cammino”.

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