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Marco Cavaleri (EMA): «Bisogna essere pronti per ogni possibile variante»

L’Agenzia europea del farmaco Ema monitora BA.2.75, la nuova sottovariante Omicron che in India sembra mostrare una capacità di crescita rapida. “Sì, è assolutamente una variante che va monitorata, perché sembrerebbe avere il potenziale di potersi diffondere e presenta delle nuove mutazioni, quindi con un potenziale di immunoevasione”. E “bisogna essere pronti”. A evidenziarlo all’Adnkronos Salute è Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell’Ema, oggi a Milano a margine della presentazione di un accordo quadro di collaborazione tra l’Irccs Istituto ortopedico Galeazzi e la Fondazione Fadoi, Società scientifica dei medici internisti ospedalieri, nel campo della ricerca medico-scientifica.

La nuova sottovariante

Questa nuova sottovariante, conferma l’esperto, “indubbiamente va monitorata. D’altronde – riflette – lo sappiamo che questo virus continuerà a cambiare. Speriamo che arrivi a un certo punto in cui questi cambiamenti avverranno meno frequentemente, però adesso in questa fase vediamo ancora che Sars-CoV-2 tende a modificarsi molto rapidamente e quindi dobbiamo essere pronti. E’ importante che pensiamo a rivaccinarci con oculatezza quando veramente ce n’è bisogno con gli aggiornamenti disponibili, evitando di inseguire il virus. E poi in futuro pensare a come adattare i vaccini perché coprano tutte queste nuove varianti”.

Lo studio di nuovi vaccini

Anche adesso ci si misura con questi temi. Le aziende hanno cominciato a lavorare a vaccini aggiornati a Omicron quando a dominare era la versione BA.1, ma oggi dilagano le ‘sorelle’ BA.4 e 5. E i produttori di conseguenza seguono due vie, studiando sia vaccini mirati a Omicron 1 che vaccini mirati a Omicron 4 e 5.

Che tempi per questi ultimi? “Ne stiamo discutendo in questo momento – evidenzia Cavaleri – Direi che c’è un po’ più di incertezza sulla tempistica dei vaccini mirati a BA.4 e 5 perché sono vaccini nuovi. Per esempio Pfizer e BioNTech hanno iniziato proprio recentemente a svilupparli. Quindi dobbiamo definire con loro quale può essere una tempistica e non possiamo ad oggi dire esattamente quando saremo in grado di approvarli”. 

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