«Lo sviluppo, il lavoro e la legalità devono arrivare insieme, perché sono facce della stessa medaglia. Al Sud serve una vera strategia del Governo per rimettere in moto crescita e sviluppo, qualità e stabilità del lavoro, interventi sulla innovazione, ricerca , formazione, stimolare gli investimenti pubblici e privati, spezzare diseconomie di sistema realizzando infrastrutture materiali ed immateriali». Ad affermarlo è il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra, intervenendo al convegno “Sud, progetti per ripartire”, promosso oggi dalla ministra del Sud, Mara Carfagna.
«È una iniziativa importante e lodevole quella della ministra, di confronto sui temi del rilancio del Mezzogiorno, che significa fare i conti anche con la crescita del Centro-Nord, con il futuro del Paese ed anche con il destino e la funzione dell’Europa. Siamo d’accordo con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che oggi ha affermato che bisogna colmare il divario tra Nord e Sud. C’è uno “scambio a tre” da definire e saldare tra Stato e parti sociali. Il Governo deve impegnarsi a realizzare reti, servizi ed abbattere radicalmente il carico fiscale e contributivo sulle aziende che investono al Sud. Le imprese devono rilanciare gli investimenti creando nuove opportunità di lavoro soprattutto per giovani e donne».
Il sindacato, secondo Sbarra, «deve impegnarsi per la qualità delle relazioni industriali, esaltando l’adattività della contrattazione collettiva in un contesto di responsabilità e di partecipazione. La nuova sintassi meridionalista va scritta insieme con un contratto per lo sviluppo del Mezzogiorno che capitalizzi le enormi potenzialità del Next generation Ue e le altre ingenti risorse europee e nazionali». Nel presente e nel futuro, avverte il segretario, «non mancheranno risorse finanziarie e straordinarie opportunità da cogliere e utilizzare migliorando programmazione e progettualità degli interventi per sostenere la crescita economica del Sud e per fronteggiare l’emergenza sanitaria, produttiva, sociale».
«È fondamentale concentrare risorse ed investimenti sui temi della sostenibilità ambientale e nei processi di transizione ecologica, nelle politiche di inclusione sociale, per la digitalizzazione e l’innovazione. Fallire significherebbe condannare il Mezzogiorno a un’economia perpetua della sopravvivenza con gravi danni per l’intero Paese. Questo noi non possiamo permetterlo», conclude Sbarra.