Carlo Valentini su Italia Oggi parla di una ‘Ue che non sa decidere il proprio futuro’: “Dà un senso di frustrazione continuare a constatare l’incapacità dell’Europa di uscire dal letargo per diventare un Continente in grado di proporre una propria politica estera.
Neppure la palese modifica del rapporto con l’alleato americano è riuscita a smuovere l’Ue, che continua ad adagiarsi nell’illusione che la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, quando l’Europa era partner essenziale degli Usa nella barriera al comunismo, non abbiano profondamente cambiato l’atteggiamento americano e quindi i termini dell’alleanza.
L’Europa – scrive Valentini – ha continuato, nei 4 anni della presidenza di Joe Biden, a tenere la testa sotto la sabbia e ora si ritrova col fiato sospeso di fronte alla sfida elettorale tra Donald Trump e Kamala Harris.
Forse sarebbe stato il caso di svegliarsi e diventare adulti, con una propria politica estera, un proprio esercito, un proprio staff militare.
In modo da finirla con l’inconsistenza internazionale e la sudditanza.
Il nodo è questo, più che parteggiare per l’uno o l’altro candidato.
Nel 2020 l’Europa tirò un sospiro di sollievo e si congratulò per la vittoria di Biden su Trump.
Il vincitore ringraziò, poi in pieno Covid rifiutò di consentire l’export verso l’Europa dei primi vaccini, si ritirò all’improvviso dall’Afghanistan lasciando sbalorditi non solo gli europei ma tutto il Medio Oriente, nell’aiuto all’Ucraina ha sempre agito da solo (anche in campo diplomatico), ha trasferito il baricentro del suo interesse internazionale dalla Nato al Pacifico, ha avviato barriere commerciali contro Russia e Cina che fanno soffrire innanzitutto l’export europeo, sui grandi appalti internazionali, dagli aerei ai sottomarini per l’Australia, i contratti sono andati alle company Usa sulla scia di pressioni politiche che hanno finito per sconfiggere le imprese europee.
Tutto questo – conclude Valentini – nei 4 anni di presidenza Biden senza che l’Ue battesse ciglio.
Tutto è stato incassato senza reagire.
Ecco perché l’Europa deve guardare dentro sé stessa più che alle urne americane.
Certo, Trump è rozzo, violento, imprevedibile e c’è da augurare alla democrazia americana che esca sconfitto dalle elezioni.
Ma l’Europa non può più vivere di sole speranze”.