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Luca Zaia (Presidente Regione Veneto): «Faremo il richiamo ai turisti italiani e stranieri»

«Io non credo che ci sia quello che viene in vacanza per farsi la seconda dose del vaccino. Ma se un turista se la deve fare, è giusto che noi gliela facciamo. E non soltanto agli italiani: se ci autorizzano, anche agli stranieri». Lo afferma il governatore del Veneto Luca Zaia, il quale, intervistato da Marco Cremonesi per il Corriere della Sera, promette di voler somministrare la seconda dose ai turisti che scelgano la sua Regione per le vacanze.

Il generale Figliuolo non sembra convintissimo, e anche ieri ha ribadito che occorre programmare le vacanze in funzione dell’appuntamento con il vaccino. E dunque? Vaccinerete? «Io sono convinto che i turisti vadano accolti a braccia aperte. Dobbiamo tutelarli e coccolarli in tutte le maniere. Il fatto che ci siano prenotazioni importanti significa che c’è un arretrato di voglia di Bel Paese che non vogliamo ignorare. Quante volte abbiamo parlato di vacanze sicure? È ora di dimostrarlo».

Le vaccinazioni in vacanza non rischiano di complicare le manovre a una macchina che sembra finalmente sul binario giusto? «Ma no, non è da affrontare come una complicazione. Si rilascia un certificato che riporta il lotto del vaccino e poi il turista potrà far registrare la vaccinazione a casa. Semmai, dobbiamo smetterla di affidare le pratiche all’ufficio complicazioni affari semplici. Dobbiamo evolvere da questa nostra cultura. Per approccio, partiamo sempre dalla lista dei problemi».

Sul recente decreto Draghi, Zaia commenta: «il sentimento è un po’ quello di chi aveva guardato il meteo, visto che dava il brutto, e poi invece è uscito un po’ di sole. Alla fine, abbiamo portato a casa dei segnali nei confronti della comunità che sono importanti. Non basta, magari, ma aiuta». Lo dice perché il Veneto si prepara a diventare zona bianca e dunque il coprifuoco poco le interessa? «Ma no, è che a me pare strano che resti in piedi questa cosa del coprifuoco, non ha più senso. Ormai gli assembramenti li vediamo nei luoghi di lavoro, sui mezzi pubblici, a scuola. Molto più che nelle uscite all’aria aperta alla sera».

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