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L’Italia a rischio blackout. L’allarme di Enel: “Lasciateci investire in tempi rapidi”

Si sta per chiudere l’estate più calda di sempre e, anche se non si è verificato il blackout del 2003, ci sono stati diversi casi di interruzione temporanea e localizzata della corrente.

Colpa dei picchi di domanda per i condizionatori, ma anche dei danni che il caldo eccessivo può causare alle reti.

“Episodi locali che rischiano di diventare più seri e frequenti se non si interviene sull’infrastruttura”, dichiara – in un’intervista al Corriere della Sera – Gianni Vittorio Armani, direttore Reti del gruppo Enel, che in Italia gestisce oltre un milione di chilometri di linee in media e bassa tensione ed è l’operatore principale della distribuzione.

“Con il cambiamento climatico già da tempo stiamo avendo chiari segnali di criticità.

Le reti elettriche sono sempre più sottoposte a eventi estremi, come le bombe d’acqua o le temperature molto elevate per lungo tempo.

Gli eventi estremi, sempre più intensi e frequenti, sono la nuova normalità”, ha spiegato, aggiungendo che “dobbiamo avere consapevolezza di quello che accadrebbe se ci fosse un blackout rilevante.

In passato l’energia elettrica era meno centrale.

Oggi dalla sua disponibilità e affidabilità dipendono processi essenziali per una società avanzata come la nostra: le telecomunicazioni, l’informatica, i servizi finanziari, la sicurezza e la mobilità.

Tutti abbiamo bisogno di elettricità, senza non si può lavorare né produrre.

E tutti ci accorgiamo di quanto sia essenziale solo quando manca.

In futuro sarà sempre più importante disporre di un’infrastruttura elettrica adeguata”.

“Con la decarbonizzazione il vettore elettrico che oggi rappresenta il 22% del consumo energetico totale salirà al 60% nel 2050 nella Ue.

Poi c’è un altro aspetto da considerare: l’infrastruttura non solo è sempre più essenziale, ma è anche più complessa”, ha aggiunto, sottolineando che “oggi, e sempre più in prospettiva, i distributori elettrici non gestiscono più una rete unidirezionale (con l’energia che va dalla centrale di produzione alle case), ma una rete bi-direzionale, che deve integrare la sempre più diffusa produzione delle rinnovabili.

Il fotovoltaico, per esempio, consente a chiunque di produrre energia e immetterla in rete.

Sono centinaia di migliaia i piccoli impianti che producono quando c’è il sole.

È una rivoluzione positiva perché fa bene all’ambiente, ma la rete non è stata concepita per questo e va digitalizzata e potenziata per accogliere e gestire questi nuovi flussi di energia”.

Lo scorso anno, ha spiegato, “abbiamo gestito oltre 370.000 nuovi allacci, che portano il totale a oltre 1,5 milioni in Italia.

Poi ci sono le colonnine per la ricarica delle auto elettriche, quelle private e quelle degli operatori, che fanno parte della tendenza più ampia dell’elettrificazione dei consumi.

Come prevede il piano integrato energia e clima le rinnovabili cresceranno da qui al 2030 e poi al 2050.

Se vogliamo avere un sistema di reti adeguato dobbiamo investire oggi per evitare di avere blackout domani.

È urgente rendere le reti sempre più robuste e capaci di sostenere gli effetti del cambiamento climatico e garantire la continuità del servizio.

Per esempio, serve potenziare le linee elettriche nelle aree più a rischio dal punto di vista meteorologico e dotarle di sensori intelligenti per identificare rapidamente eventuali problemi”.

Enel già fa questi investimenti, “ha dedicato allo sviluppo della rete in Italia ben 12 miliardi in tre anni.

È però necessario che l’Authority incentivi gli operatori a effettuare questi investimenti e tutte le altre azioni necessarie per gestire con anticipo i rischi futuri, riconoscendoli come capitale investito ai fini regolatori.

Invece, finora, l’Authority ha solo autorizzato sperimentazioni molto limitate, che non sono efficaci e rinviano la soluzione.

Serve un piano ambizioso in tempi rapidi”, ha detto Armani, spiegando che “nello studio presentato con Thea a Cernobbio si rileva la necessità di circa sei miliardi all’anno di investimenti per dieci anni per tutte le reti di distribuzione in Italia, in cui Enel è l’operatore principale ma non l’unico”.

“Dobbiamo avere chiaro tutti che, se non agiamo velocemente, andremo certamente incontro a problemi rilevanti.

Quando ci saranno fenomeni meteo estremi, ormai sempre più frequenti, si potrebbero verificare blackout di grande estensione e di lunga durata.

L’Enel sente l’esigenza di lanciare questo allarme: è necessario intervenire con urgenza”, ha concluso.

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