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[L’analisi] I soldi del Pnrr non bastano per mettere in sicurezza il patrimonio infrastrutturale di trasporto più antico del mondo

Il Pnrr? Non abbastanza per la ristrutturazione delle infrastrutture dei trasporti. A sostenerlo è Federico Foria, responsabile area geotecnica, geologica e idraulica e responsabile ricerca e sviluppo di Ets, società di ingegneria civile specializzata nelle infrastrutture e nei trasporti ferroviari e stradali.

«I 24,1 miliardi del Pnrr, spalmati in 4 anni, sono pochi a fronte di una spesa reale che si aggirerebbe almeno sui 50 mld all’anno. L’Italia detiene il record per il patrimonio infrastrutturale di trasporto più antico del mondo, ed essendo questo un valore sociale che collega comunità e ambiente, la sua manutenzione diventa un aspetto strategico di grande rilievo. Ma quello che succederà alle infrastrutture per effetto di eventi estremi, come il cambiamento climatico, è una questione che dobbiamo prevedere e sulla quale intervenire».

Foria spiega: «Calcolare il rischio di scenari futuri di eventi estremi, come quelli climatici, e determinare le strategie di gestione e intervento è uno dei nostri obiettivi. Ets ha improntato un nuovo approccio sulla gestione delle infrastrutture: questa non può prescindere dagli utenti che ne fanno uso ed è per questo che il processo parte con un coinvolgimento totale di tutti gli attori interessati che devono sedersi attorno allo stesso tavolo tecnico: dalla comunità locale e il singolo cittadino, all’ente che governa il territorio fino all’autorità che gestisce l’infrastruttura.

E questo è il lavoro in corso che stiamo facendo sulla linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli, il più antico dei tre collegamenti Roma/Napoli. Abbiamo raccolto i dati, adesso procederemo con le prove di analisi meteo climatiche e i risultati verranno poi inseriti negli indicatori di rischio che gestirà il nostro sistema Miret. Nel prossimo semestre saremo in grado di avere i primi risultati importanti. Questo sarà il primo caso applicativo del cambiamento climatico per le infrastrutture in Italia».

Sull’importanza della gestione e monitoraggio, aggiunge: «Bisogna investire sì sull’innovazione ma anche sull’efficienza. Il settore delle costruzioni impatta per il 36-38% sull’energia legata alle emissioni di Co2. Ets grazie ai suoi sistemi Miret (gallerie) e Mirets (infrastruttura) per ispezionare e gestire adeguatamente le opere, è in grado di ridurre questo impatto del 50% rispetto ai sistemi tradizionali».

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