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«La cornice perversa che blocca gli investimenti pubblici». L’analisi di Daniele Manca, vice direttore del Corriere

Investire, ma bene e presto: ecco cosa serve all’Italia, come afferma Daniele Manca, vice direttore del Corriere.

Nel decreto Sostegni bis che il governo si avvia ad approvare la prossima settimana, ci sono 38 miliardi da spendere per sostenere famiglie e imprese.

Fanno parte di quei 40 miliardi di deficit aggiuntivo che hanno già ricevuto il via libera dal Parlamento.

Oltre la metà dei 38 miliardi, tra i 20 e i 22, andrà al mondo produttivo, alle aziende e non solo. Un fiume di denaro.

Ma perché esso produca effetti duraturi sull’economia deve trasformarsi in investimenti e consumi.

“Sta accadendo? Meno di quanto ci si sarebbe potuto attendere” spiega Manca.

Lo dimostra l’ancora elevatissima quota di liquidità che viene mantenuta sui conti correnti bancari.

“Mal contati si tratta di circa 1.900 miliardi. Tra soldi sui conti correnti e sussidi che il governo ha messo a disposizione, si dovrebbe assistere a un sussulto dell’economia”.

Tutti gli istituti di ricerca giudicano le prospettive del Paese buone.

Ma è come se il rimbalzo fosse meno potente di quanto atteso: assomiglia poco a una robusta ripresa.

“Per superare il paradosso di un’offerta di sostegni a fondo perduto e di credito, di liquidità così elevata a fronte quindi di una domanda stagnante, è necessario un doppio binario” ragiona dalle colonne del Corriere.

Il primo quello della fiducia nel futuro per spingere chi può a tornare a consumare e a investire.  L’altra a strada non può che essere l’attivare tutti quegli investimenti pubblici che diano anche l’evidente e concreto segnale al Paese che l’economia sta ripartendo.

“Ma il quesito di fondo è perché gli investimenti dovrebbero ripartire adesso?”, si chiede Manca nel suo editoriale.

E’ noto che ci siano già stanziati tra i 5o e i 6o miliardi per investimenti pubblici che sinora non sono stati spesi. A questi si aggiungeranno quelli del Piano di rilancio e resilienza.

“Cosa dovrebbe garantirci che finalmente verranno attivati?”.

“Il perché della mancata spesa virtuosa dello Stato sta tutta in quelle norme scoordinate, accatastate l’una sull’altra che mettono in conflitto anche i vari livelli dell’amministrazione da quella centrale a quella locale e regionale”.

“Sta in quella vischiosità della pubblica amministrazione per la quale nessuno si sente e vuole sentirsi responsabile di qualsiasi atto possa mettere in difficoltà in futuro la persona che si intesta la decisione” continua.

II ministro Brunetta che assieme al suo collega Giovannini sta lavorando al provvedimento sulle semplificazioni, ha anticipato che le misure sono pronte.

A meta mese dovranno essere annunciate.

“Quello sarà il vero passaggio decisivo”.

“Si dovrà rinscire a superare la cornice ideale perversa che in passato d ha portati a occuparci di prevenire reati, logiche distorsive e via dicendo, invece che essere concentrati sul risultato, sulla velodzzazione delle procedure. lil ossequio alla cultura del sospetto ci si è ingolfati in inefficaci e molteplici controlli preventivi ai quail far seguire paralizzanti controlli a posteriori condotti da innumerevoli Autorità perlopiù in concorrenza tra loro. Si è tentato in tutti I modi di evitare qualsiasi «discrezionalità», mentre prendere decisioni è esattamente l’assumersi la responsabilità di una scelta piuttosto che un’altra”.

Per saperne di più continua a seguire le pagine dell’Osservatorio.

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