“Stavolta tra Italia e Francia ci vorrà la politica per superare i risentimenti dovuti alle passate crisi diplomatiche e a una scarsa chimica tra i due leader”.
Così Francesca Sforza commenta sulla Stampa l’incontro di ieri a Parigi tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, i quali, scrive, “sono arrivati con la convinzione che il vero dossier su cui è necessario stabilire un canale di comunicazione si chiami patto di stabilità.
Certo, non sono mancate le dichiarazioni congiunte sull’importanza di trovare soluzioni per il Mediterraneo o sulla centralità della difesa di una posizione filo-ucraina, ma il punto dirimente è che senza la Francia, l’Italia non riuscirà mai a superare le resistenze dei tedeschi e dei paesi cosiddetti ‘frugali’ per una ridefinizione dei parametri del patto di stabilità.
E anche la Francia, in un momento in cui l’asse con i tedeschi non dà vita a particolari alzate d’ingegno, sa benissimo che l’Italia può essere un ottimo sparring partner, almeno per questo tratto di strada.
I due leader sono entrambi convinti che non si possa consentire «un ritorno a parametri inadeguati» e che la vera sfida della governance europea debba ruotare sugli investimenti, più che sul controllo del debito.
Ora la domanda è: l’unità d’intenti sul dossier finanziario sarà in grado di superare il fatto che il tessuto industriale italiano è comunque molto più simile a quello tedesco che a quello francese e che Macron rappresenta, per Giorgia Meloni, un chiaro elemento di disturbo sul fronte degli schieramenti europei in vista del voto del 2024?
Mentre su questo secondo punto gioca a favore della concordia il fatto che Marine Le Pen guardi più alla Lega di Salvini che a Fratelli d’Italia (fattore che potrebbe cementare una vicinanza tattica tra Macron e Meloni) sul primo si tratterà, appunto, di strutturare un’intesa politica”.