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Il rapporto necessario tra catastrofi naturali e coperture assicurative | L’analisi di Andrea Battista

«Ad ogni catastrofe naturale si ripropone immancabile il tema della copertura di questi rischi nonché del ruolo del pubblico e del mercato privato. Si deve muovere dal fatto che l’intervento ex post a piè di lista è il peggiore dei mondi possibili: corsa alla ricerca dei fondi in bilancio, tempistiche incerte, discrezionalità su misure del rimborso nonché relativi destinatari e – last but not least – scarso focus sulla prevenzione dei danni sia a livello pubblico che privato. In questo contesto, non stupisce che la quota di abitazioni (o anche imprese) assicurate contro le catastrofi naturali sia quasi irrilevante. Rimanendo alle abitazioni, il 5% circa in Italia è assicurato contro le catastrofi naturali, è l’8% in Emilia-Romagna ma ovviamente cambia poco quando gli eventi catastrofici colpiscono.

È evidente che l’attuale modesta detrazione fiscale non incide sui comportamenti delle famiglie. Non è così ovunque in Europa e nel mondo, anzi tra i paesi sviluppati Italia è più l’eccezione che la regola; basta fare riferimento al recente libro bianco del CINEAS, che fa il punto in merito. Un credibile sistema assicurativo ex ante potrebbe in buona parte superare i problemi sopra indicati. La dimensione dei rischi, in era di cambiamento climatico, porta ad assumere necessaria una partnership pubblico–privato.

I vantaggi di un coinvolgimento del mercato assicurativo in un sistema ben disegnato sono evidenti, specie nella tempistica di liquidazione dei danni. È poi opinione comune che un sistema almeno in parte obbligatorio sia preferibile. Del resto, l’attuale rimborso ex post avviene per via puramente fiscale e quindi è già un costo obbligatorio per i cittadini. Purtroppo, dal punto di vista politico ha il grande vantaggio di non essere chiaramente percepito.

Se l’obbligatorietà fosse un ostacolo insuperabile, sarebbero possibili anche soluzioni semiobbligatorie (è obbligatoria la copertura per chi assicura l’abitazione), che potrebbero fare al caso nostro per realizzare in tempi brevi un significativo aumento del grado di copertura almeno delle abitazioni. La scelta e definizione di un sistema di riferimento, quale che sia, è dunque fondamentale perché i comportamenti individuali si allineino. Ora v’è purtroppo una nuova drammatica emergenza e si dovrà pensare inevitabilmente a questa. Il sistema andrà successivamente definito sulla base dell’ormai ampia esperienza appresa».

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