“Ci vuole tempo, ci vuole volontà, ci vuole grande coinvolgimento per far riuscire le fusioni nel mondo del credito. Questo vuol dire che di fusioni non amichevoli, secondo me, ne vedremo sempre meno.”
Lo ha detto l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, intervenendo al convegno “Npe: nessun uomo è un’isola. Suona la campana dell’industry” organizzato dal centro studi Alma Iura, che si è tenuto questa mattina a Verona.
“Il mercato – ha detto Castagna – sta mostrando quali modelli sono vincenti, quali funzionano meglio. I governi, correttamente, hanno una grande attenzione a mantenere e a preservare un ecosistema, una biodiversità del sistema bancario che consente di far sviluppare il Paese.”
“La recente esperienza – ha poi aggiunto il manager, riferendosi all’offerta lanciata da Unicredit per acquisire Banco Bpm, conclusasi lo scorso luglio con il ritiro da parte di piazza Gae Aulenti – ci ha consentito non solo di uscire fuori da quest’operazione che non era concordata, ma di uscirne fuori raddoppiando la nostra capitalizzazione di Borsa, di cui un quarto dopo la fine dell’Ops. Il valore della banca, pertanto, non era dipendente dall’Ops, anzi, ma quell’offerta ci ha permesso di spiegare meglio, sia agli investitori, sia ai clienti, sia alle istituzioni, il ruolo strategico che una banca come la nostra può avere per il Paese.”








