Il maestro Gianandrea Noseda, che debutta in questo Weekend sul podio dell’Opera di Roma con un concerto dedicato interamente a Brahms, è intervenuto ai microfoni dell’Ansa, a proposito del ritorno in sala degli spettatori, che restituisce «una parte attiva fondamentale» alla musica dal vivo.
«C’è un grande desiderio di ritornare a toccare la bellezza, che siano musei, teatri di prosa, musica, teatri d’opera, sale da concerto. Lo sento, si percepisce. Ma questa pandemia ci ha insegnato anche che non c’è tanto tempo e quello che abbiamo a disposizione dobbiamo usarlo bene. Si deve dare peso alle cose importanti e lasciarsi alle spalle le piccolezze che spesso hanno il sopravvento».
Noseda, che è direttore musicale della National Symphony Orchestra di Washington dal 2017 e dalla prossima stagione sarà il nuovo General Musik Direktor della Opernhaus di Zurigo, affronta con entusiasmo la sua prima volta al Teatro Costanzi. «Il pubblico con la sua presenza e con la sua partecipazione emotiva dà molta energia agli esecutori. Piuttosto che far tacere la musica è stato fondamentale continuare con gli spettacoli online o registrati senza l’applauso della platea ma mancava una componente vitale».
«Sono molto contento. Con il pubblico romano ho una certa consuetudine perché sono stato spesso a S. Cecilia ma venire al teatro dell’Opera ha un senso essendo un direttore italiano, e poi sono stato 11 anni direttore musicale del Teatro Regio di Torino. Arrivare in un teatro dove si fa opera è un motivo di orgoglio e un privilegio». La scelta di Brahms, spiega, con Nanie e il Canto del destino (Das Schicksalslied), ha il forte significato simbolico di far riflettere sul fatto che le cose passano.
«Ci possono essere anche cose drammatiche ma si possono superare. Anche questa esperienza, capitata in modo inaspettata in tutto il mondo, passerà e noi ne usciremo, spero meglio. Imparando come ci cambia e ci fa prestare più rispetto degli altri e compassione, nel senso di soffrire e gioire insieme», conclude Noseda.
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