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Giampiero Massolo (presidente Fincantieri): «Roma è la più adatta ad ospitare Expo 2030»

Expo 2030: la sfida è dura, le altre quattro città candidate sono temibili, ma Roma è “la più adatta ad ospitare l’evento, perché è accogliente”. Giampiero Massolo, un lungo curriculum che spazia dal Dis a Fincantieri, è “molto fiducioso” sulla riuscita della sua nuova missione: portare l’Esposizione Universale nella Città Eterna. L’ambasciatore, scelto per presiedere il comitato promotore per la candidatura della Capitale (incarico che svolgerà a titolo gratuito) ha accettato l’impresa “con spirito di servizio”, animato dalla convinzione che una vittoria farà bene tanto a Roma quanto all’Italia.

“C’è una coincidenza che consente sinergie – prevede Massolo – il fil rouge tra Giubileo 2025 e Expo 2030. La vivibilità, la mobilità, la pulizia della città ne escono magnificati”. L’ambasciatore, scelto dal sindaco Roberto Gualtieri in quanto personalità “di primissimo piano” e con contatti trasversali, si presenta al suo primo punto stampa – in un hotel della Capitale – con un plico di documenti già analizzati. Il primo step è dietro l’angolo: l’assemblea del Bureau International des Expositions (Bie) il 14 dicembre a Parigi, appuntamento a cui dovrà presentarsi insieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio e al sindaco Roberto Gualtieri. “Qui, cinque candidati presenteranno il proprio tema, la città e il paese. Sarà un bigliettino da visita”, afferma.

Poi, “ci aspetta una campagna elettorale molto impegnativa” di circa due anni, in cui Roma dovrà vedersela con Busan (Corea del Sud), Odessa (Ucraina), Riyad (Arabia Saudita) e Mosca (Russia). “Ciascuno ha punti forti e punti deboli, tutti cercheranno di far valere al massimo i propri punti di forza e nessuno farà sconti”, la previsione. L’obiettivo dell’Italia, che può contare – come sottolinea Massolo – sulla spinta alla candidatura di Mario Draghi e su un sindaco come Roberto Gualtieri, è ottenere il maggior numero di consensi possibile durante la votazione (a scrutinio segreto) che, entro il 2023, coinvolgerà ben 170 stati. “Dal 14 dicembre in poi vedremo chi ci appoggia e in che forma. Siamo l’unico paese membro dell’Ue che si candida”, spiega Massolo. Il quale, anche per questo, si aspetta che attorno alla candidatura italiana “ci sia un patrimonio di consensi”.

Il resto sarà frutto dell’abilità diplomatica, ma non solo. “Ci aspettiamo di convincere non solo con la bontà del luogo e con la forza del tema, ma anche con la bontà del progetto – afferma – Roma punta su rigenerazione urbana ed inclusione”. Se la Capitale sarà eletta per la prima volta sede di Expo, si aprirà un periodo – dal 2023 al 2030 – in cui bisognerà materialmente organizzare l’Esposizione, come avvenuto per Milano 2015. “Serve individuare un’area sufficientemente ampia, di 130 o 140 ettari, che rappresenti la cittadella dell’Expo. Questo non vieterà anche possibili iniziative in altre aree della città”. 

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