Ci sono interessi che frenano nella corsa per arrivare al vaccino del Covid-19? Se lo chiede Francesco Grillo, economista e manager italiano, che firma un editoriale sul Messaggero. In primo piano la ricerca nel contesto del rapporto tra Stati e tra questi e il mercato.
“Cosa dovrebbe cambiare nel modo di fare ricerca, nel rapporto stesso tra Stati, tra gli Stati e il mercato – scrive Grillo – per correre più veloci e salvarci da questa insostenibile incertezza? Secondo una ricostruzione dell’Economist, i governi del mondo hanno finora investito 10 miliardi di dollari per finanziare la sperimentazione di 164 vaccini e prenotare 4 miliardi di dosi. Tuttavia, anche uno sforzo che è senza precedenti nella storia, appare, nonostante la passione ed il numero dei ricercatori che vi lavorano senza sosta, inadeguato. Tre sono i problemi e tre sono le trasformazioni impossibili che la lotta per la sopravvivenza renderà presto ineludibili. Dobbiamo, innanzitutto, avere il coraggio di spostare la gestione (dal controllo dei confini, alla produzione dei vaccini) di emergenze che sono ovviamente transnazionali (come Covid) all’unico livello operativamente possibile che è quello internazionale: la strada è procedere per aggregazioni regionali che convergano in nuove organizzazioni globali ed un passaggio decisivo è quello di completare Schengen con le competenze senza le quali quell’accordo è un colabrodo. Con le aziende farmaceutiche va, invece, cercato un metodo di staccare la logica di voler rendere attrattivo l’investimento in ricerca da quella della proprietà della conoscenza stessa che risponde ad un altro, distinto interesse. Infine, dovremo modernizzare il metodo stesso attraverso il quale si fa ricerca usando – di più e meglio – le possibilità che ci forniscono le tecnologie che abbattono il costo di accedere, elaborare e trasmettere informazioni. Quello verso il futuro è un viaggio pieno di pericoli, di promesse, di ostacoli politici e cognitivi: quello che stiamo vivendo è, però, un tempo dove sarà una combinazione tra umanità e ambizione a fare la differenza tra declini tristi e possibilità nuove”.