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Francesco Bei (Repubblica): «La resa dei conti nel centrodestra per il Quirinale apre allo scenario post-Berlusconi»

“Dopo settimane di manovre evasive, di parole vuote, in cui i principali giocatori dicevano quello che volevano negare e negavano quello che pensavano veramente, la partita del Quirinale sembra improvvisamente offrire qualche elemento di chiarezza”. Così Francesco Bei su Repubblica analizza la situazione parlando di “resa dei conti” nel centrodestra.

“Si moltiplicano infatti i segnali che si possa essere a un punto di svolta, chissà magari proprio al vertice ristretto di domani convocato nella villa romana di Berlusconi. È come se il fondatore della destra italiana fosse diventato per i suoi alleati il cànapo del palio di Siena, quel robusto cordone che impedisce la ‘mossa’. Caduto lui – osserva Bei – i cavalli possono finalmente partire. Fuori di metafora, Salvini non può essere libero di portare avanti alcuna credibile trattativa con Pd e Cinque Stelle finché resta ancorato alla candidatura di Berlusconi. Si andrebbe avanti con i minuetti almeno fino alla quarta votazione, perdendo tempo e aumentando i rischi di un passaggio già molto complicato.

Non da ultimo per i pericoli di alimentare qualche cluster di contagi tra i Grandi elettori. I segnali di una crescente libertà d’azione dei leghisti si moltiplicano. Non è ancora un rompete le righe, ma ci assomiglia molto e rende più credibile l’ambizione di Salvini di essere tra i kingmaker di questa elezione. È un pressing fortissimo su Berlusconi, a cui i leghisti stanno togliendo ogni via d’uscita che non sia la resa incondizionata. In controluce si avverte l’eco di conversazioni e accordi già stretti almeno con una parte del Parlamento per una candidatura comune. Il filo tra Salvini e Matteo Renzi è costante, anche Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sono stati sondati.

I centristi di Toti e Brugnaro, pur formalmente nel centrodestra, si muovono già in uno schema post-berlusconiano. Se questa trama dovesse andare in porto, l’accordo comprenderebbe per forza di cose anche il futuro della legislatura. Forse non è una coincidenza che, proprio nel giorno dello smarcamento dalla candidatura di Berlusconi, la Lega abbia iniziato a porre le premesse per una nuova proiezione programmatica dell’esecutivo. Che abbia come base uno scostamento di bilancio ‘importante’. Dunque tutto improvvisamente è entrato in movimento.

Se queste sono le premesse, non è azzardato ipotizzare un’intesa ampia, che possa arrivare al nuovo presidente della Repubblica già al primo voto, modello Ciampi. Ma sarebbe sbagliato – conclude – sottovalutare la capacità di reazione di Berlusconi, che potrebbe pretendere dai suoi giovani soci un estremo atto di fedeltà”.

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