Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Enzo Mazza (ceo Fimi): «Sanremo si faccia solo se tutti uniti. Teatro Ariston non più funzionale, spostiamo il Festival al Forum d’Assago»

«Siamo in una situazione di emergenza, se vogliamo che si tenga l’evento e che sia garantita la sicurezza dei partecipanti dobbiamo essere tutti disponibili a fare un passo indietro».

Così Enzo Mazza, ceo della Fimi, la Federazione dell’industria musicale, si è espresso a proposito di Sanremo, in un’intervista al Corriere della Sera. L’ipotesi lanciata da Mazza è quella di pensare a una location diversa, dato che l’Ariston di Sanremo «è stato costruito negli anni Cinquanta e già in periodi normali ha mostrato i suoi problemi strutturali. Si potrebbe pensare ad allestire una tendostruttura in un’altra zona della città. Il teatro è sostituibile. Per il pubblico la gara di inediti non è inficiata dalla location che la ospita». Come luogo il ceo della Fimi propone: «Penso ad esempio al Forum di Assago»

Questi cambiamenti la Rai può affrontarli e deve avere il coraggio di farli, dice Mazza. «Credo che la Rai abbia una capacità incredibile di organizzare eventi televisivi, lo ha dimostrato anche in una fase come questa, superando riti scolpiti nella pietra. Se quest’anno è cambiata la prima della Scala, trasformata in spettacolo tv proprio sulla Rai, può accadere anche a Sanremo. E se guardiamo al panorama internazionale anche il Concerto di Capodanno a Vienna è diventato un programma tv senza pubblico».

L’importanza del Festival è grande per l’industria musicale, specie dopo l’anno devastante appena vissuto. «Quello che conta è il risultato discografico dopo la manifestazione: il pubblico importante per noi è quello dello streaming. E speriamo che questo sia un anno migliore dello scorso con solo 6 album e i singoli sanremesi nelle top 100. Sanremo è più importante per lanciare nuove carriere, vedi Gabbani, Mahmood o Ultimo, che per il fatturato: vale l’1-1,5% del mercato».

Quanto all’ipotesi di uno slittamento, che condizionerebbe anche la pianificazione delle uscite discografiche, «la situazione sanitaria è in evoluzione ma non abbiamo garanzie di un miglioramento dei dati. Meglio tenere ferme le date del festival».

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.