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Francesco Rutelli (presidente Anica): «Settore cinematografico: riapriranno le sale, che rimarranno supportate dalle piattaforme»

Il Governo «deve favorire le aggregazioni di campioni italiani ed europei nel mondo del cinema e dell’audiovisivo. Dinanzi alla dimensione dei colossi che popolano il mercato e a fronte della consapevolezza di come sia cresciuta la domanda di contenuti, questa è la strada da percorrere. E anche in fretta». Lo dice in un’intervista al Sole 24 Ore Francesco Rutelli, presidente dell’Anica, che cambia la sua dicitura in «Associazione nazionale industrie cinematografiche, audiovisive e digitali».

Da qui la nascita di altre sezioni, ribattezzate “unioni” e che saranno sei rispetto alle tre attuali, in cui saranno ospitate le piattaforme come editori media audiovisivi, editori e creators digitali ed esportatori internazionali. «Non stiamo facendo altro che mettere in dialogo soggetti che già da tempo lavorano sugli stessi temi, in un quadro di trasformazione digitale e all’interno di una dinamica industriale ineludibili» sottolinea.

«Quando parliamo delle piattaforme, parliamo di aziende che hanno l’interesse a radicarsi e ad avere una presenza sul territorio. Il che vuol dire investimenti, nuove figure professionali, lavoro». Inoltre, l’Anica è «al lavoro su un trasparente regolamento interno antitrust che approveremo entro l’anno. Sarà un antidoto a pratiche anticompetitive».

Sullo stato generale di salute del settore «io sono fiducioso. Le sale riapriranno pienamente, credo e spero dalla fine di agosto, ed è in arrivo una messe di film italiani di grande richiamo e qualità. Poi non dimentichiamo le misure di sostegno che hanno permesso al settore di resistere nel momento più buio».

C’è anche da considerare «l’investimento strategico di Cinecittà. Alcuni grandi studi europei, come i Pinewood Studios a Londra, ora sono fuori dalla Ue» e questo rappresenta «un’occasione». La catena del valore oggi «non è più limitata e limitabile alla fruizione in sala. L’integrazione con la fruizione televisiva e quella sulle piattaforme è inevitabile. La sala però continuerà a rimanere centrale. Su questo non ho dubbi».

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