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Enrico Giovannini (Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili): «Con il Pnrr si può fare tanto, ma serve anche uno strumento per pensare a medio e a lungo termine»

«L’Italia ha sulle infrastrutture ritardi molto forti, che avevamo già segnalato nel 2009, quando lasciai l’Ocse. Sapevamo già allora che in questi anni si sarebbe dovuto investire grandi fondi per affrontare l’obsolescenza di infrastrutture costruite nel secondo dopoguerra».

Perché si è fatto poco? «Questo ha a che fare con la scarsa capacità del nostro Paese di programmare a medio e lungo termine, di pensare il proprio futuro. Il Pnrr è una grande occasione, ma penso che servirebbe anche un Istituto sul futuro e sulla programmazione strategica. Questo governo farà alcune cose urgenti e importanti, ma penso anche che l’Italia, come già fatto da altri paesi, dovrebbe dotarsi di uno strumento per pensare a medio e lungo termine».

Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, in un’intervista a Il Sole 24 Ore commenta il lavoro sul Pnrr e sulla semplificazione delle procedure, toccando temi molto concreti e incalzanti senza però rinunciare al pensiero lungo. Un punto che gli sta particolarmente a cuore, come denota l’inserimento della sostenibilità nel nome del ministero.

La sfida principale del Paese è che il Pnrr impone a tutti di andare molto veloci. Per l’approvazione al 30 aprile, anzitutto. «Certo, entro il 30 aprile dobbiamo presentare un Pnrr forte e credibile. Ma poi dal primo maggio si tratta di realizzarlo: per questo, non aspetteremo il giudizio finale della commissione per avviare i progetti».

«Lì abbiamo la sfida principale perché non dobbiamo ridurre i tempi di realizzazione del 10%, ma li dobbiamo dimezzare, in quanto entro il 2026 non basta aver speso i soldi, ma le tratte ferroviarie devono essere in esercizio, i porti migliorati, i sistemi di trasporto pubblico locali rinnovati».

Per semplificare le procedure cosa sta facendo? «Proprio oggi ho insediato insieme al ministro Brunetta una commissione in cui sono presenti Corte dei conti, Consiglio di Stato, Anac. Dobbiamo ragionare in primo luogo su come sono state applicate le norme approvate nell’ultimo biennio e poi immaginare percorsi particolari per le opere del Pnrr».

«In parallelo, abbiamo una commissione con i ministeri della Transizione ecologica e della Cultura per capire come alcuni processi, la valutazione di impatto ambientale, i pareri delle Sovrintendenze, i percorsi a livello ministeriale, possano essere efficientati».

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