“Le due letture che ascolteremo nei prossimi giorni sono entrambe ragionevoli: gli ultra-europeisti diranno che così l’Italia si è isolata, gli euro-scettici diranno che von der Leyen ha concesso troppo poco sul contrasto all’immigrazione e quasi nulla sui problemi degli agricoltori”.
Così Luca Ricolfi sul Messaggero: “Quel che mi sembra difficile negare – scrive l’editorialista – è che le aperture ai Verdi sul Grean Deal sono state più significative di quelle ai Conservatori sul contrasto all’immigrazione.
Importante – e non del tutto scontato – del discorso di von der Leyen è stato il suo netto posizionamento pro-Ucraina (sostegno a oltranza) e il suo altrettanto netto richiamo anti-Israele sugli eccidi di civili nella striscia di Gaza.
Una presa di posizione che non meriterebbe particolare attenzione se non avvenisse nelle stesse ore in cui le dichiarazioni del neo-nominato vice di Trump, il senatore James David Vance, delineano una linea politico-militare statunitense diametralmente opposta: compromesso territoriale con la Russia di Putin, disco verde a Israele per Gaza.
Non meno gravido di implicazioni – spiega Ricolfi – è quanto Ursula von der Leyen ha annunciato sul piano politico interno, e cioè il suo impegno nella ‘lotta agli estremismi’.
Un monito chiaramente rivolto a Viktor Orbán e ai nuovi gruppi dei Patrioti e dei Sovranisti, piuttosto che ai Conservatori di Giorgia Meloni o al piccolo gruppo della sinistra estrema.
Questa linea politica non è priva di senso, specie se si crede che la posta in gioco sia la democrazia, che le destre estreme costituiscano una seria minaccia all’ordine democratico, e che la santa alleanza delle forze democratiche – dai Verdi ai Popolari – sia in grado di erigere una robusta e duratura barriera contro la ‘marea nera’ montante.
Ma siamo sicuri che sia la lettura giusta, o l’unica possibile?
I risultati elettorali mostrano che i tre raggruppamenti di destra cui von der Leyen ha chiuso la porta sono i medesimi che il voto popolare ha premiato.
E che il gruppo cui invece l’ha aperta (i Verdi) è fra quelli puniti dal voto.
Insomma – conclude – la nuova Commissione europea ha scelto di muoversi nella direzione opposta a quella dell’opinione pubblica, pur avendo l’opportunità – grazie alla presenza dei Conservatori – di dare un sia pur piccolo segnale di sintonia con le preoccupazioni degli elettori”.